Napoli – “Per cinque anni se n’è fregato di Napoli” tuona e contrattacca da Palazzo San Giacomo ‘deMasaniello’ mentre lo sceriffo De Luca tenta la conquista della città. Sente la Regione in tasca per la seconda volta e ora vuole anche le chiavi del Comune. Il bottino di entrambi è lo stesso: le comunali. Il Governatore per rafforzarsi, il sindaco per giocarsi l’ultima carta: quella delle Politiche. Tutti e due ora nella stessa direzione: Napoli. Ma nessuno in realtà sembra guardare la città. In uno scontro ennesimo e perenne tra istituzioni che invece di dialogare, si attaccano. Un conflitto più di parole e molto social, che non di fatti. Nemmeno la pandemia frena. In tempi di Covid De Luca chiede proposte, de Magistris non le invia ma vuole un incontro. Durerà trenta minuti. Il tempo di un comunicato ‘congiunto’ (forse più per restare in tema lockdown). Uniti solo nella nota stampa ma non nei fatti. Poi la corrispondenza epistolare: una guerra a suon di lettere dove uno accusa l’altro di non collaborare. Anche se non si capisce bene su cosa. Già perché i progetti sono sempre in secondo piano. In primo c’è sempre lui: lo scontro. Sulle zeppole, sulle pastiere, sulla pizza a domicilio, sulla movida e i cicchetti, finanche sul gelato. Fine lockdown, è tempo di aria aperta e di campagna. Quella rigogliosa di promesse, ne sbocciano a centinaia: la campagna elettorale. Così rispuntano quei fiori dimenticati che si chiamano progetti per Napoli. De Luca ne tira fuori dieci. E mentre in un hotel sul lungomare mostra la slide sul progetto della funivia che collegherà il Museo e la Reggia di Capodimonte al Museo archeologico nazionale, dalle stanze di San Giacomo De Magistris lancia il bus Anm per i musei. E replica come un Pippo Baudo in fascia tricolore “quel progetto sulla funivia l’abbiamo presentato noi all’Unione Europe, al Governo e alla Regione e De Luca si è sempre girato dall’altra parte”. E’ la corsa all’annuncite e a ‘L’ho inventato io’. Il Governatore parla di riqualificazione di piazza Garibaldi con il raddoppio della stazione per la Circumvesuviana e con un parco verde a via Galileo Ferraris che farà d’ingresso alla stazione. De Magistris ribatte ancora “l’abbiamo riqualificata noi piazza Garibaldi”. Di rito a ogni elezione proprio come il casatiello a Pasqua, la promessa della riqualificazione dell’area orientale e del lungomare di San Giovanni a Teduccio. Qui De Luca si impegna anche al recupero di un grande immobile di proprietà della Regione Campania per farne una residenza universitaria, Casa Miranda. E de Magistris risponde: “la riqualificazione di San Giovanni è già a terra , l’iter di approvazione è già in corso”. Situazione attuale e reale (al di là di De Luca e De Magistris): fino ad oggi niente di concreto sul collegamento tra i musei, piazza Garibaldi nel degrado ad ogni ora del giorno e della notte, San Giovanni a Teduccio in attesa della sua rinascita da decenni. Giusto per citare tre dei dieci progetti lanciati ieri (o meglio rilanciati perché di nuovo c’è davvero poco) da De Luca che ora vuole tenere in mano le redini di Partenope. “Poca roba, la montagna ha partorito il topolino” il commento di oggi di deMa. Due faccia della stessa medaglia: quella di una politica pop e populista che si alimenta e sopravvive nello scontro da anni. Dove Napoli ormai impantanata nell’assenza di collaborazione istituzionale e di progetti in chiave metropolitana continua sempre e solo a perdere.
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