Uno spettro si aggira per Palazzo San Giacomo e dintorni. L’ex direttore generale e capo di gabinetto, Attilio Auricchio non ha mai realmente lasciato le stanze del potere. Ieri summit con i suoi fedelissimi, i ‘vertici’ di Insurgencia e il numero uno di Abc, Sergio D’Angelo. Il colonnello ha dato sì le sue dimissioni, ma a piazza Municipio si sa continuerà ad avere occhi e orecchie dappertutto. Il suo uomo di fiducia dopo la rottura con Luigi de Magistris sarà il vicesindaco Enrico Panini, come avrebbe confidato ai suoi uomini più stretti. (Panini che ora rischia di perdere se non proprio la poltrona, probabilmente l’incarico di vice a favore di Alessandra Clemente).
Auricchio – che per 25 anni ha servito “come una bandiera” l’ex pm – non ha alcuna intenzione di lasciare il campo. La sua è solo una ritirata strategica in vista di battaglie ben più importanti. Non a caso il Colonnello nella sua lettera d’addio al sindaco di Napoli cita Cincinnato. O meglio Lucio Quinzio Cincinnato, che si rimise alla volontà del Senato e quando furono eletti consoli Quinto Fabio Vibuleno e Lucio Cornelio Maluginese si ritirò nella campagna, ad arare i suoi campi. La situazione dopo tempo a Roma precipitò – come racconta Livio – e i senatori si recarono da Cincinnato pregandolo di tornare ed accettare la carica di dittatore. Così Cincinnato liberò l’esercito e trionfò. Dopo 16 giorni rinunciò alla dittatura e tornò normale cittadino. Una storia che come ha spiegato Auricchio ci insegna che “nessuno è indispensabile, ma al massimo può essere utile. Pertanto come il buon Cincinnato è giunto il tempo di prendere una strada che mi consenta di stare più vicino a coloro che potranno beneficiare della mia presenza”.
Come Cincinnato per ora Auricchio si ritira, ma solo dagli incarichi in Comune. Certo che al momento opportuno lo cercheranno, come già accade in queste ore. “Non mi candido” dice, salvo poi aggiungere che ci sono “molte cose da vedere come andranno in Campania. E dove andrà quest’amministrazione”. Regionali prima e comunali poi sono alle porte. E se l’ex dg per ora magari accarezza solo l’idea di una candidatura, sicuramente ha tutta l’intenzione di esserci da protagonista in queste partite, sicuro di avere più carte da giocare, assi nella manica da tirare fuori all’occorrenza e pedine strategiche da muovere. Ecco perché il rapporto con D’Angelo è sempre più stretto e saldo, come fanno sapere i due passeggiando spesso e volentieri nei dintorni sotto Palazzo San Giacomo. Un messaggio chiaro e diretto al sindaco. L’idea è quella di una lista civica che ovviamente sia antagonista all’asse Clemente sempre più rafforzata da de Magistris a scapito di Auricchio e i suoi. Riunioni dopo riunioni, già si lavora per un ritorno alla Cincinnato.