Palazzo San Giacomo, stretta sugli ingressi: via libera solo a giunta, dirigenti e staffisti

Insorgono i sindacati: «Discriminazione mai vista in tanti anni, dipendenti trattati come la plebe»

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Napoli – Stretta sugli ingressi a Palazzo San Giacomo, insorgono i sindacati che senza tanti giri di parole accusano il Municipio di aver attuato una politica discriminatoria non soltanto nei confronti dei visitatori ma anche verso i propri stessi dipendenti. A dar fuoco alle polveri ci ha pensato l’ultima disposizione del direttore generale Attilio Auricchio.

Dall’atto protocollato lunedì scorso si apprende che «a seguito di recenti e spiacevoli episodi che si sono verificati all’interno della sede, si ritiene necessario integrare e coordinare le regole per l’accesso a Palazzo San Giacomo». Stabilita la premessa, ecco dunque il contenuto dell’inedito documento. Dall’ingresso principale di piazza Municipio potranno da oggi accedere soltanto il sindaco, il vicesindaco, gli assessori, i consigliere comunali, i presidenti di Municipalità, il direttore generale, il capo di gabinetto e il vice, il segretario generale e il vice, i direttori operativi, l’avvocato e il ragioniere generale, il comandante della polizia locale, i membri del collegio dei revisori e del nucleo indipendente di valutazione, il personale del cerimoniale, l’ufficio stampa e gli staffisti di sindaco e assessori. Tutti gli altri saranno invece costretti ad accedere dal varco secondario di via Imbriani: vale a dire il personale dipendente con sede a Palazzo San Giacomo, i dirigenti e i dipendenti di altre strutture. Il pubblico potrà entrare nella casa comunale dalle 9 alle 12, dal lunedì al venerdì, previa registrazione all’ufficio pass; l’orario viene posticipato fino alle 13 per gli avvocati. 

Il giro di vite impresso dal direttore generale Auricchio non è però andato giù ai sindacati. La Cisl-Fp, l’Uil-Fpl e il Csa hanno infatti firmato una durissima nota congiunta stigmatizzando la decisione dell’Amministrazione: «Con questa disposizione il Comune ordina il divieto di ingresso dal portone principale alla “plebe”, riservando a pochi “eletti” il privilegio di poterlo oltrepassare. Una specie di divisione in caste priva di qualsiasi logica, funzionale solo ad attribuire simboli di potere che allontanano le persone dalla politica e dalle istituzioni. Ci attendiamo che questa disposizione sia applicata innanzitutto a partire dal liberare il cortile da auto e moto non autorizzate. Per quanto ci riguarda, respingiamo con forza questo atteggiamento classista e medioevale». A rincarare la dose ci pensano poi i sindacalisti della Fialps-Csa, Francesco Canfora e Salvatore Mauro: «Dopo tanti anni passati alle dipendenze del Comune di Napoli siamo molto indignati. I sindacati non sono stati neppure menzionati, eppure è con loro che le Amministrazioni trattano i problemi dei lavoratori e dei cittadini. Dopo tante Amministrazioni viste è la prima volta che ci sentiamo offesi come rappresentanti dei lavoratori insieme a tutti i sindacalisti delle altre federazioni».

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