Tempo di lettura: 3 minutiNapoli – Non si aspettava una serata facile, il segretario del Pd Napoli Marco Sarracino. E infatti non lo è stata.
La direzione del suo partito ha votato il mandato con il quale potrà continuare a coltivare il tavolo del centrosinistra allargato al Movimento 5 Stelle con la benedizione della segreteria di Letta. Ma la cosa non è affatto piaciuta ai deluchiani. Che, a incontro finito, non hanno tardato di farlo sapere. Gli uomini di Letta, per loro, a Napoli, non dovrebbero avere alcuna voce in capitolo.
Ma tant’è: già durante la direzione non sono mancati momenti di forte tensione.
Uno su tutti. Quando Peppe Balzamo, una vita da consigliere, dirigente e punto di riferimento del Pd soprattutto nei quartieri occidentali della città, ora vicino alla consigliera del Governatore De Luca per le politiche abitative, Enza Amato (a sua volta vicino a Del Rio), ha sbottato annunciando che lui “in questo partito” non si riconosce più. “Straccio la tessera”, ha detto interrompendo la comunicazione su Zoom.
In conclusione dei lavori, Sarracino ha dovuto per forza di cose tornare sull’accaduto dando un avviso ai naviganti: “Il Pd non è un pullman per nessuno”. In altre parole: chi va via dal Pd, non pensi di essere accettato come candidato in qualche altra lista che sarà alleata del Pd alle prossime comunali.
E dire che il segretario aveva inaugurato la serata con ben altri toni: “Ci scuseranno le forze politiche che con noi stanno costruendo le basi politiche per far risorgere Napoli, ma i nostri primi alleati saranno i cittadini. Saranno loro, la straordinaria rete associativa dei nostri quartieri, i sindacati, chi svolge funzioni di intermediazione, i nostri parroci di frontiera, i protagonisti di una nuova storia per Napoli”.
Quanto al nodo alleanze: “In queste settimane non è mai mancato il confronto al nostro interno e con le forze politiche che hanno avuto esperienze positive di governo con il Pd sia a livello nazionale, che a livello regionale e locale. Abbiamo tenuto numerosi incontri dove abbiamo garantito la pari dignità a tutte le forze politiche e civiche che costruiranno la coalizione con la quale ci presenteremo alle prossime elezioni di ottobre”.
Ma che nell’aria c’era già puzza di bruciato, Sarracino l’ha fatto capire dicendo che ci sarebbe bisogno “di un candidato sindaco che predichi e pratichi comportamenti di forte collaborazione istituzionale innanzitutto con la Regione Campania che in questi anni ha fortemente lavorato e finanche sostituito il Comune su tante cose. Ora, ha anche previsto la realizzazione di 11 grandi progetti che cambieranno in positivo l’aspetto e i servizi della nostra città”.
Un tentativo di tenere buoni i deluchiani. Ma rivelatosi già in serata del tutto velleitario. Tanto più che gli uomini del Governatore stanno assecondando il loro leader finanche per una clamorosa candidatura alla segreteria nazionale che lo porterebbe a sfidare a viso aperto l’appena insedato Enrico Letta, ormai diventato il nemico numero uno dello Sceriffo.
In ogni caso. Che Letta e la sua segreteria è meglio che butti un occhiio su Napoli l’hanno detto e ridetto un pò tutti in direzione: da Massimiliano Manfredi a Paolo Mancuso, da Berardo Impegno a Valeria Valente, da Teresa Armato a Nicola Marrazzo. Persino Antonio Marciano, che è vicino al Governatore.
Tutti si attendono che l’alleanza Pd-5 Stelle a Napoli sia sorretta e benedetta da Roma. Anche perché, come ha detto Sarracino, “al governo nazionale va posto il tema di un sostegno finanziario nei confronti dei comuni in difficoltà”. Leggi Napoli. Altrimenti di che parliamo?