Napoli – Il governo giallorosso guidato dal premier Giuseppe Conte sta attraversando tante bufere: prescrizione, legge elettorale, economia. La più terribile di tutte, però, e non poteva essere altrimenti, si chiama Pd Napoli. Il Partito Democratico più pazzo d’Italia, infatti, sta riuscendo nell’impresa di regalare al centrodestra un senatore in più: quello che verrà eletto il prossimo 23 febbraio, a Napoli, e che dovrà subentrare al povero Franco Ortolani, eletto nel marzo 2018 con il M5s e scomparso di recente. Trattasi di vero e proprio suicidio politico: al Senato il M5s ha 99 elementi, dai 112 originariamente eletti nel 2018. Aggiungendo i 36 del Pd, i 17 di Italia viva, i 6 fuoriusciti dal M5s passati al Misto, i 5 di leu e i 3 delle Autonomie, si arriva a quota 166. La maggioranza è fissata a quota 161. In sostanza, i giallorossi ballano terribilmente, e un senatore perso dai giallorossi e guadagnato dal centrodestra vale tantissimo.
Ortolani, per il M5s, nel marzo 2018 vinse con il 53% dei voti, seguito da Salvatore Guangi, per il centrodestra, con il 22,61%, e da Gioacchino Alfano di centrosinistra, con il 16,39. Sommando il risultato del M5s con quello del Pd si sarebbe arrivati, sulla carta, al 70%. Vogliamo dimezzare i consensi dei grillini? Si arriva comunque a superare abbondantemente il 40. Ma niente da fare, il Pd di Napoli, con una strategia politicamente incomprensibile, sta regalando il seggio a Guangi, che verrà ricandidato dal centrodestra.
Guidato da Marco Sarracino, giovane segretario provinciale, il Pd parteenopeo ha inanellato una serie di autogol da fare invidia al Napoli di quest’anno. Prima ha dialogato con le sardine partenopee, ma si è scoperto che in realtà si trattava di una fetta di sardine non riconosciute dal coordinamento nazionale e nemmeno dalle altre sardine locali, ed è stato superflop.
Poi, ha intessuto una fitta trama con i grillini, attraverso colloqui romani con Roberto Fico: peccato che mentre i Dem parlavano con Fico, il M5s qui a Napoli procedeva con le parlamentarie, che si sono concluse con la vittoria di Luigi Napolitano, che quindi sarà candidato, alla faccia del Pd.
La candidatura di Graziella Pagano, avanzata da Italia viva, è stata respinta al mittente. Restava solo Dema, il partito del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: pur di portare a casa uno straccio di alleanza, il Pd napoletano, a due giorni dalla scadenza del termine di presentazione dei candidati, stava aspettando i comodi di De Magistris, il quale, lo ricordiamo, è avversario giurato del Pd, partito che in Consiglio comunale starebbe all’opposizione, e che ha dichiarato candidamente di preferire, alle regionali, una vittoria del centrodestra rispetto alla eventuale riconferma di Vincenzo De Luca. Niente da fare: De Magistris ha annunciato ufficialmente per Dema di Annamaria Palmieri, assessore all’Istruzione del Comune di Napoli, chiedendo al Pd di sostenerla.
Il Pd napoletano è messo talmente male che a questo punto o accetterà il diktat di De Magistris o dovrà candidare Paolo Mancuso, attuale presidente del Pd Napoli. Matteo Salvini, la prossima volta che verrà a Napoli, dovrà portare una bella cassetta di vino al Pd partenopeo: il suo miglior alleato…