Napoli – «Alcuni esponenti del Pd in questi giorni pensano sia necessario dare vita a un campo ampio del centrosinistra per costruire un fronte alternativo alla Lega e al M5S. Un campo ampio che qui a Napoli potrebbe arrivare anche a comprendere il movimento Dema. Ovvero il partito di diretta emanazione del sindaco de Magistris. Lo dico con semplicità e chiarezza, io sono e sarò sempre nettamente contraria a ritenere questa come la soluzione possibile a Napoli come a Roma. E se il prossimo congresso si giocherà su questo io non ho alcun dubbio su da che parte stare. Naturalmente non sto mettendo sullo stesso piano Bersani e de Magistris, ma, per ragioni diverse, non penso che inseguendo loro e le loro invenzioni politiche, saremo in grado di costruire un’alternativa politica e di governo nuovamente credibile e vincente. Anche perché l’idea di unire le debolezze ha portato la sinistra storicamente ad accumulare sconfitte».
Valeria Valente, senatrice e consigliera comunale del Pd, nel suo post appena pubblicato su Facebook è un fiume in piena.
L’esponente dem nel suo lungo intervento decide di non fare sconti a nessuno: «Vedo invece questa come una scorciatoia miope, la più semplice nell’immediato, ma che non scioglie i nodi e le ambiguità programmatiche che hanno determinato il risultato del 4 marzo. Servirà forse a rimettere in campo alcuni esponenti politici logori o a restituire un protagonismo a qualche escluso dalle ultime competizioni elettorali ma non certo a ridare forza a una sinistra che deve compiere uno sforzo nel ripensare se stessa».
Per quanto riguarda invece de Magistris, «il suo movimento ha rappresentato una cosa profondamente diversa da quello che dovrebbe essere la sinistra; anche perché il suo tratto peculiare è stato il trasformismo politico: basti ricordare che nel tempo ha inglobato soggetti di tutti gli schieramenti politici: dagli ex berlusconiani, ai centri sociali, passando per i neo-borbonici e il peggio del vecchio sudismo democristiano; e perché non credo che basti invocare più volte il popolo e imprecare contro i banchieri per essere di sinistra, se poi, nei fatti, contro quel popolo si fanno scelte amministrative che penalizzano gli ultimi e i lavoratori, mentre si favoriscono amici o gruppi di pressione con l’unico obiettivo di mantenere il proprio consenso elettorale. Penso, ad esempio, per stare ogni tanto al merito, alla scelta di innalzare la soglia di esenzione dell’addizionale Irpef, o alla gestione degli alloggi popolari e degli immobili comunali, dove, ben lontani dall’idea di beni comuni, si è ceduto alla logica del più forte in una città dove il più forte spesso è la camorra; o piuttosto la gestione del territorio con la svendita del suolo pubblico a iniziative commerciali, la presenza insostenibile degli abusivi, l’assenza totale di regole per la movida che strizza l’occhio alla cultura e agli interessi dei Baretti, mentre i servizi pubblici affondano, a partire da quello del trasporto, un servizio che servirebbe sopratutto a chi un taxi o un’auto privata non se li può permettere».
Insomma, la Valente boccia l’ex pm su tutti i fronti. «Quanto poi alle forze che si riconoscono in Leu, credo sia evidente quanto sia difficile riconquistare il nostro popolo seguendo ricette e impostazioni che, al di là di grandi, belle e condivisibili parole, si incentrano unicamente sull’aumento della spesa pubblica e del debito, tanto da rendere impossibile capire come concretamente si possano declinare e rendere sostenibili in questo momento storico, che poi è l’essenza del riformismo. L’unico obiettivo raggiunto da queste forze è stato, fino a questo momento, quello di indebolire il Pd e rendere più competitive le forze populiste, sovraniste e xenofobe che oggi governano il Paese. Vedere in un’alleanza con loro l’unica strada per contrastare proprio il populismo e la demagogia, mi sembrerebbe un controsenso»
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