“Mi stanno ammazzando”, le ultime parole del carabiniere ucciso da una coltellata al cuore

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Somma Vesuviana (Na) – Ucciso da ben undici coltellate di cui la prima ricevuta al cuore. È quanto emergerebbe dall’autopsia effettuata sul corpo del carabiniere napoletano Mario Cerciello Rega, ammazzato nella notte tra il 25 e il 26 luglio a Roma da uno studente americano, Elder Finnegan Lee (19 anni), nel corso di una colluttazione nata per motivi di droga.

Aiuto, mi stanno ammazzando”, gridava il 35enne originario di Somma Vesuviana (Napoli) prima di cadere a terra, mentre il collega, il napoletano Andrea Varriale, era impegnato in un corpo a corpo con l’altro ragazzo americano, Gabriele Natale Hjorth di origini italiane. 

Quest’ultimo prova a prendere le distanze dal connazionale sostenendo di non essere a conoscenza del possesso del coltello. Il suo legale, Emiliano Sisinni, rincara la dose: “La sua posizione è estranea alla condotta di Lee che ha portato alla morte del servitore dello Stato”.

Intanto sono in programma alle 12 i funerali di Cerciello, celebrati nella Chiesa di Santa Croce a Somma Vesuviana, in via Santa Maria del Pozzo, dove appena un mese e mezzo fa il carabiniere celebrò il suo matrimonio.

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