Napoli – Qualcuno la chiama dismissione, qualcun altro riconversione. Sta di fatto che il futuro dell’ospedale San Gennaro del rione Sanità, dopo la chiusura del pronto soccorso, resta ancora oggi un rebus. I residenti del quartiere, organizzatisi in un comitato, stamattina hanno così provato a fare sentire la propria voce chiedendo un incontro al manager dell’Asl Napoli 1. Il faccia a faccia non è però arrivato e i cittadini, delusi e preoccupati per il depotenziamento dei livelli di assistenza sanitaria sul territorio, tornano a mettere sotto accusa la Regione Campania.
Questa mattina alle 10 il comitato dei cittadini Ospedale San Gennaro ha dunque tenuto un presidio autorizzato negli uffici della direzione generale dell’Asl Napoli 1 Centro. La manifestazione ha avuto luogo per sostenere urgenti richieste, già avanzate alla direzione generale, riguardanti la necessità del ripristino immediato del presidio sanitario fisso, recentemente privato della presenza dell’ambulanza, in assenza della quale si sono verificati eventi luttuosi e anche gravi rischi per la vita dei cittadini bisognosi di cure urgenti. Il comitato ha chiesto perciò di essere ricevuto dal commissario Ciro Verdoliva, ma di fronte a una risposta negativa, i cittadini hanno ulteriormente sollecitato l’incontro inviando allo stesso Verdoliva una lettera, sottoscritta dai cittadini, indicando gli obbiettivi del presidio e i nomi di una delegazione di tre componenti del comitato, pronti a sottoporgli urgenti richieste. Anche a fronte di questa seconda richiesta scritta, il commissario Verdoliva si sarebbe rifiutato di ricevere la delegazione dei cittadini, tutt’ora in attesa della realizzazione del cronoprogramma firmato dal presidente della giunta regionale, Vincenzo De Luca, nel quale sono elencati i servizi sanitari da ripristinare nella struttura ospedaliera, servizi dei quali non e’ stato realizzato nulla: “Per tanto – commentano gli organizzatori del sit-in – anche la nostra fiducia nel commissario Verdoliva è stata tradita e resa nulla, che si assume con questo atto sconsiderato e ingiustificato la responsabilità politica e istituzionale delle conseguenze che comporta il diniego del diritto alla salute”.