Napoli – Dopo l’ennesimo tavolo default di ieri al Mise, gli operi Whirlpool di Napoli sono tornati in mobilitazioni tra le strade della periferia orientale della città. Arterie stradali bloccate per circa un’ora tra i quartieri Ponticelli e Gianturco. I quasi 400 operai rivendicano così il futuro del territorio di Napoli Est e continuano a presidiare il sito.
“Abbiamo fatto un protesta per mantenere alta l’attenzione” spiega Luciano Doria, operaio Whirlpool da oltre 30 anni. Non si ferma infatti, nonostante il via libera arrivato ieri per i licenziamenti collettivi che partiranno il 1 aprile, la mobilitazione dei lavoratori dello stabilimento di lavatrici.
Così dopo un riunione in fabbrica, svolta intorno alle 2 e mezza di questo pomeriggio, sono tornati a bloccare le strade adiacenti allo stabilimento di via Argine. “Le dichiarazioni di La Morgia (Ad Whirlpool) non erano da accettare – spiega Luciano Doria -. Ribadiamo che siamo ancora a libro paga Whirlpool”.
Se l’amministratore delegato spiega al Governo che la multinazionale ha rispettato gli accordi si continua a non capire infatti perché è cessata l’attività produttiva su Napoli. Stabilimento di eccellenza dell’intero gruppo Whirlpool Italia dove, nel piano industriale del 2018, erano previsti persino nuovi investimenti.
Negli accordi, siglati al Mise con il ministro Di Maio, “era previsto il rilancio di Napoli, ma ancora oggi l’azienda non da una motivazione sul perché ci chiude”. Spiegano amareggiati gli operai napoletani. Delusi ma sicuramente non stanchi di lottare per un loro diritto: il lavoro.
“Il presidio continua nonostante le problematiche del Covid – chiarisce Luciano – in media siamo tra le 40/ 50 persone a turno”. I lavoratori partenopei dalla data scelta da Whirlpool per la chiusura, 31 ottobre, non hanno infatti mai lasciato la fabbrica, presidiandola giorno e notte. Dividendosi gli orari in tre gruppi.
Mentre ora le polemiche rimbalzano sulla cassa integrazione Covid per i mesi dove vige il blocco dei licenziamenti. Da gennaio a marzo agli operai toccano infatti gli “ammortizzatori sociali”, ma non si capisce ancora chi li dovrà pagare.
“L’anticipiamo se ci viene concessa, sennò non paghiamo nessuno” ha spiegato ieri l’azienda Usa alla sottosegretaria allo sviluppo economico Alessandra Todde. Difatti sarebbe un ennesima beffa nella beffa.
Ma su questo la Whirlpool e proprio di casa. Così dopo aver lasciato in strada gli operai con un freddo sms negli scorsi giorni gli ha anche fatto recapitare una lettera natalizia.
“Una mail – raccontano i lavoratori – di ringraziamenti con 250 buoni ticket per Natale. Mentre ci stanno chiudendo”.
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