La Dda di Napoli ha indagato Salvatore Tamburrino, l’assassino di Norina Matuozzo, uccisa a colpi di pistola nell’abitazione dei genitori sabato mattina, per i reati di associazione camorristica e favoreggiamento nella latitanza di Marco Di Lauro, il boss di Secondigliano e Scampia stanato poco dopo l’arresto di Tamburrino, dopo 14 anni di latitanza.
L’uxoricida ha quindi avuto un ruolo nella fuga del capoclan ma come ha ribadito nel corso dell’interrogatorio di convalida del fermo davanti al gip disposto dal pm Antonio Vergara, non ha fatto nessuna confidenza che potesse permettere la cattura del latitante, notizia questa che si era diffusa dopo che alcuni siti locali l’avevano rilanciato sui social. Tamburrino era certamente molto al boss e questo lo dimostra la nuova incriminazione decisa dalla Procura. Probabilmente era lui che portava le notizie del boss all’esterno e conosceva dunque i canali necessari per arrivare a comunicare con il superboss. Con il suo avvocato Domenico Smarrazzo, Tamburrino ha ammesso di aver ucciso la moglie esplodendo colpi a occhi chiusi ma che la sua reale intenzione era uccidere se stesso tanto che aveva chiesto alla moglie di scrivere un testamento che lui stesso stava dettando: “Le indicavo dove dover riscuotere soldi e così poter vivere e far vivere anche i miei due figli”.
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