“La nostra linea sui listini bloccati alle regionali e’ chiara: siamo storicamente contrari a qualsiasi ipotesi di nominati non eletti direttamente dal popolo. Dunque per quanto ci riguarda e’ un’idea che respingiamo nettamente” annuncia il capogruppo M5s alla Camera, Davide Crippa.
“Il Movimento 5 stelle – ricorda – e’ a favore delle preferenze. Per quanto riguarda i tempi, la valutazione della data deve tenere conto non solo delle condizioni di sicurezza il giorno del voto, ma anche del pieno esercizio delle liberta’ politiche e civili durante la campagna elettorale. Ragioni per le quali luglio non rappresenta una scelta praticabile. Abbiamo chiesto agli italiani una ripresa lenta e alcune attivita’ ancora non hanno una previsione di riapertura. Proprio per il rispetto che dobbiamo avere per i sacrifici che stiamo chiedendo ai cittadini credo sia opportuno, valutare anche il fattore economico e pensare a un election day che preveda referendum costituzionale, elezioni regionali e amministrative”.
“Bisogna pazientare ancora, due mesi di ritardo non sono un vulnus per la democrazia vista l’emergenza che stiamo vivendo. Tutti devono avere la possibilita’ – conclude Crippa – di partecipare sia alla campagna elettorale che al voto in condizioni di sicurezza”.
Sulla stessa lunghezza d’onda, Luigi Iovino, parlamentare dei Cinque stelle (molto vicino al ministro degli Esteri Luigi di Maio) e facilitatore in Campania alle Relazioni interne: “Rimette in discussione la decisione del Governo di spostare il voto a ottobre equivale a calare la maschera del paladino della salute di tutti e mostrare, una volta per tutte, il volto di chi punta ad andare all’incasso approfittando del consenso guadagnato grazie alla vetrina dell’emergenza sanitaria. Come Movimento 5 Stelle non consentiremo mai che si metta a repentaglio la salute di tutti per l’opportunismo di pochi”.
“Andare al voto in estate – sottolinea Iovino – vuol dire non solo non tener conto dei rischi legati al contagio che, nel migliore degli auspici, non sarà debellato per quella data. Ma significa anche ledere i principi di democrazia, non dando ai cittadini la possibilità di scegliere liberamente chi votare attraverso un’approfondita conoscenza dei candidati e dei loro programmi, tenuto conto delle difficoltà e delle limitazioni della campagna elettorale. Quanto ai listini bloccati, non consentiremo mai che i cittadini siano rappresentati da un nugolo di nominati dalle sezioni di partito, a scapito degli eletti dal popolo”.