Napoli – Continua lo sciopero del tifo allo stadio San Paolo di Napoli da parte degli ultras azzurri. Ed il loro silenzio fa certamente più rumore dei cori. Nella giornata di ieri Alessandro Cosentino e Pasquale Alfiero, esponenti dei gruppi Fedayn e degli Ultras 72 della Curva B, hanno raccontato la loro versione in diretta televisiva su Tv Luna, ad intervistarli c’era Carlo Alvino.
“In questo momento non ci vediamo più visti come i tifosi del Napoli – racconta amareggiato Alessandro Cosentino – ma sicuramente più come un tifoseria avversaria”.
“La cosa grave – continua Cosentino – è che oggi il calcio Napoli ha alzato un muro verso le curve. Quando non abbiamo mai chiesto niente dal primo momento che De Laurentiis si presentò a Napoli. Negli anni non abbiamo mai chiesto biglietti, nessuna agevolazione, mai chiesto niente di niente. Noi vogliamo manifestare al presidente del Napoli cosa chiediamo, così da arrivare ad un accordo. Che servirà a farci esprimere il vero calore di questa città, che negli anni non ha avuto una grande bacheca di vittoria, è sempre stato il pubblico”.
“Napoli oltre a Maradona – racconta Pasquale Alfiero – è famosa per il tifo e poi per la società. Per titoli sportivi il Napoli non è una società di grande blasone mondiale. In questo caso qua perdendo il tifo appassionato delle curve perderà anche il bilancio nel tempo. Si vuole cancellare una storia, i cori delle curve napoletane oggi li cantano in tanti stadi del mondo significa che siamo un modello”.
“Bisogna fare chiarezza – conclude Alfiero – stiamo cercando l’incontro per trovare un nostro ruolo allo stadio, ma ci è negato in tutti i modi. Vogliamo chiarezza. Se è volontà della società di cancellare questa parte di storia di Napoli, oppure della legge dello Stato. Ma non credo visto che queste leggi sono su tutta Italia ma l’accanimento è a Napoli.”