Napoli, si spara di meno, si beve di più: quando il bicchiere è mezzo vuoto

ATTENZIONE!
Stai navigando all'interno del nostro sito web archivio che comprende gli articoli dal 2017 a fine 2021.
Per le notizie in tempo reale ti invitiamo a visitare Anteprima24.it
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – I dati del Capodanno 2018 a Napoli aprono subito ad impulsive riflessioni. Trentacinque persone uscite malconce per i botti di fine anno, una ventina ricoverate in ospedale per coma etilico o comunque per forme di “sbronza” importante. Il solito viavai dunque negli ospedali napoletani, una notte da circoletto rosso ma con modalità diverse. Si è sparato tanto come sempre, allo scoccare della mezzanotte il solito boato, uno spettacolo bello ma come sempre pericoloso, condito dai soliti spari da arma che si confondono spesso con i botti. 

Si è bevuto ancora di più: per una ventina di casi da ospedale, sono state tante le bollicine tirate giù per brindare al nuovo anno: il dato è ancora più allarmante se si considera che l’età media di chi è ricorso alle cure ospedaliere non arriva a venti anni. Una pratica che, quindi, si tramanda di generazione in generazione con la differenza, anche essa molto pericolosa, che tendenzialmente si spara a Capodanno ma si beve per tutto l’anno. Quindi, lo smodato uso di alcolici può diventare pratica quotidiana e non solo per le grandi occasioni. Un fenomeno, quello dell’assunzione di alcolici da parte dei più giovani, da monitorare giorno dopo giorno e, se possibile, prevenire.

ATTENZIONE!
Stai navigando all'interno del nostro sito web archivio che comprende gli articoli dal 2017 a fine 2021.
Per le notizie in tempo reale ti invitiamo a visitare Anteprima24.it