Napoli, Spalletti: “Abbiamo una mente forte. Mercato? La società è attenta, si farà trovare pronta”

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Dopo l’esordio in campionato contro il Venezia, il Napoli vuole dare seguito alla vittoria del Maradona per arrivare a punteggio pieno alla sosta per le Nazionali. Nella sfida contro il Genoa, Luciano Spalletti dovrà fare a meno dello squalificato Osimhen e dell’infortunato Zielinski. L’allenatore toscano presenta la partita in conferenza stampa. Tutte le sue parole:
 
Quali miglioramenti si aspetta dalla sua squadra? “Mi aspetto che si dia seguito al lavoro che proponiamo. Dobbiamo migliorare in alcune cose, ogni volta che rientriamo analizziamo la partita fatta e spezzettiamo la gara per parlarne con i nostri professionisti. Abbiamo evidenziato che moltissime cose sono state fatte bene, nonostante le difficoltà”.
 
Come pensa di sostituire Osimhen? Giocherà Petagna o una punta più leggera? “Mi sono accorto che avete delle sentinelle. Il dubbio è quello, almeno uno tenetelo”.
 
In un passato recente, partite come quelle con il Venezia sono state particolarmente complicate per il Napoli. Koulibaly ha detto che lei ha messo a posto delle cose: dov’è che il Napoli si smarriva? “Ogni qualvolta ho visto il Napoli, quasi sempre gli ho visto fare delle cose bellissime. Poi ci sono dei momenti della partita in cui gli avversari, per bravura e organizzazione, ti creano delle difficoltà. Quello che diventa fondamentale è avere la personalità di non andare dietro a questo alzare polvere da parte degli avversari. Bisogna mantenere la lucidità, e quella è una cosa che abbiamo fatto molto bene soprattutto dopo il rigore sbagliato, che poteva essere la goccia che faceva un po’ deviare l’atteggiamento. La squadra ha evidenziato di avere una mente forte e questo è fondamentale”.
 
Cosa si aspetta dal Genoa? La prima partita può essere una trappola? “Proprio così, meglio non studiarla quella partita. Sarà un Genoa differente, dovremo essere pronti a qualcosa di diverso e per certi versi hanno trovato una squadra fortissima perché secondo me non hanno fatto così male, se analizziamo totalmente la partita con l’Inter. Per noi non cambia niente: se parliamo di personalità, personalità è non distinguere le partite in base a contro chi giochi. Bisogna saper prendere la forma di ogni gara mantenendo intatte le qualità psico-fisiche e tecniche”.
 
Quanto perde la Serie A dopo l’addio di Cristiano Ronaldo? Come cambiano gli equilibri? “Il campione possiamo sempre vederlo perché continuerà a giocare a calcio, chiaramente prima potevamo ammirarlo perché lo avevamo accanto. Per quanto mi riguarda è stato un campione dal quale c’è da imparare tante cose per quello che ha fatto per il nostro calcio. E’ una persona assolutamente professionale, che ha una impostazione forte e sicura per quanto riguarda gli obiettivi che vuole conquistare. Riesce a trasferirlo anche agli altri. Io penso che gli equilibri non cambiano perché ci sono altri campioni e altre cose oltre alle qualità di Ronaldo nel nostro campionato, che rimarrà sicuramente di altissimo livello”.
 
Questo scudetto se lo giocano 6/7 squadre? “Ci sono sette squadre che probabilmente sono di un livello superiore. Poi lo devono dimostrare sul campo, sarà il comportamento nella lunghezza del tempo che farà la differenza. Sarà la forza della rosa, più che la squadra più forte, che darà dei vantaggi: di problematiche ce ne saranno molte, dalla vicinanza delle partite alla difficoltà delle trasferte, fino agli infortuni. Dipenderà da molte cose, ma sono sette le squadre che possono veramente creare il livello di classifica più alto. La catena che avevano i miei giocatori era lunghissima, ma come spesso mi accade io sono di quelli fortunati: non è partito quasi nessuno e io sono contento così. Ma ho visto che altre squadre si sono organizzate bene e si sono rinforzate: è difficile ritrovare una Juventus che lotterà ancora per il quarto posto fino all’ultima giornata, quella è una situazione anomala”.
 
Qual è il suo giudizio sulla squalifica di Osimhen e come ha reagito lo spogliatoio? Si aspetta qualche rinforzo sul mercato last minute? “Siccome c’è questo approfondimento, non parleremo di questa cosa fino al ricorso. Si sta buoni e casomai se ne parla la prossima volta. Nello spogliatoio ne abbiamo parlato e i calciatori sono stati bravi, hanno fatto un cartello da appendere e lo hanno firmato, non si può dire cosa hanno scritto. Per quanto riguarda il mercato, continuo a dire che sarei contento di tenere i giocatori che ho pensato di avere quando ho deciso di venire a Napoli. So che la società è attenta e se capiterà qualcosa per noi si farà trovare pronta”.
 
Quanto può essere sperimentale il Napoli domani e anche in chiave futura? “Affrontiamo il Genoa che ha una cultura forte, per cui di sperimentale secondo me ci sarà poco. Quelli che giocheranno domani sono giocatori che sono stati già schierati in partite importanti, verranno messi in condizione di esprimersi al meglio nei propri ruoli. Lobotka, Elmas e Fabian Ruiz saranno i centrocampisti. Anche Lozano e Insigne hanno già fatto la prima punta. Petagna si trova come nel divano di casa sua a fare la prima punta. Gli esterni li abbiamo, Ounas rimane con noi ed è un giocatore che ci può dare una mano importantissima. Quindi ce la andremo a giocare”.
 
Ritiene che a centrocampo ci sia un giocatore che recupera palloni e fa ripartire l’azione, un po’ come era Allan, o hanno tutti lo stesso passo? “A me sembra che Demme e Elmas abbiano queste qualità e che Fabian a modo suo lo faccia. Sono calciatori che si adattano a fare più cose”.
 
Spesso si dice che la calma è la virtù dei forti. Forse con Spalletti il Napoli ha trovato questa strada e lo si è visto anche dopo l’espulsione di Osimhen e il rigore sbagliato da Insigne: pensa che sia così? “In questo c’è l’inizio di un percorso di una squadra che vuole andare a fare cose importanti per sé stessa e per la città, c’è una città che le chiede questo. Insigne è uno di quello che vuole fare cose diverse e vuole aggiungere nuove giocate al manuale del calcio. Che Insigne si sia presentato nuovamente sul dischetto dopo il primo errore è normale: il capitano è condannato a dover dare sempre notizie corrette ai compagni di squadra e ad avere comportamenti per distribuirli a quei bambini che lo guardano da casa e dallo stadio. In questo senso ha mandato messaggi importanti”.
 
 
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