Napoli – Sabato 28 dicembre ore 21, debutta, sul palcoscenico del Nuovo Teatro Sanità, “La cenerentola maritata”, monologo a più voci scritto da Manlio Santanelli. Lo spettacolo, interpretato da Scilla Sticchi, porta la firma del regista Francesco Faccioli, che ha curato anche scene e pupazzi. La favola di Cenerentola che conosciamo tutti ha un epilogo diverso da quello che immaginiamo: l’autore Manlio Santanelli prova a dare uno sguardo al giorno dopo, quando, finita la festa, Cenerentola si trova alle prese con tutte le piccolezze e le grandezze del vivere quotidiano. Replica domenica 29 dicembre (ore 18). Questa iniziativa è contro il ‘sistema’ della camorra ed è realizzata con il contributo della Città Metropolitana di Napoli. Info e prenotazioni al 3396666426 oppure all’indirizzo e-mail info@nuovoteatrosanita.it. Costo del biglietto intero 12 euro; ridotto (under 25 e over 65) 10 euro.
Lo spettacolo racconta di una Cenerentola maritata alle prese con il Principe Azzurro che è diventato marito, con la Regina diventata suocera e con tutte le piccolezze e le grandezze del vivere quotidiano. Ne consegue che questo monologo è una sconsolata quanto buffa recriminazione sui bocconi amari ingoiati durante il matrimonio dalla povera principessa consorte, che la Famiglia Reale ha messo sotto torchio al fine di imporle una lunga e complessa serie di aristocratiche maniere che lei, con il buon senso di cui l’ha dotata la sua umile estrazione, ha ripugnato come obsolete esteriorità, se non proprio pagliacciate. Cenerentola racconta la sua vita dopo il gran giorno, dopo che i riflettori della festa si sono spenti e tra queste luci spente nascono voci, fantasmi, rancori, vendette.
Nelle note dell’autore si legge: “Principio era la favola; e lo è ancora. Ma i tempi non sono più quelli di una volta. E così anche Cenerentola non sfugge al decesso del “lieto fine”. Maritata al suo bel Principe Azzurro, ben presto è costretta a verificare sulla sua pelle quanto nerume si nasconde dietro quell’azzurro. Ma è pur vero che anche coloro che si battono contro il determinismo non possono non ammettere che una cammarera resta pur sempre una cammarera. Da questo sottosuolo della blasonata società, tra un’invettiva rivolta al proprio destino e un’altra alla Regina madre, Cenerentola prepara il suo letale riscatto, anche in nome dei protagonisti delle altre favole, che in misura più o meno simile non sono stati gratificati dal tradizionale ‘e vissero felici e contenti’ “.