Napoli – Diciotto punti in sei partite, sedici gol fatti e soli due subiti. Il Napoli di Spalletti viaggia a punteggio pieno e a vele spiegate in vetta al campionato mostrando tante, tantissime certezze e pochi punti deboli.
Sull’avvio di stagione del club azzurro c’è poco da dibattere. L’opinione pubblica è concorde sia sullo strapotere tecnico che sugli enormi margini di miglioramento di una squadra che sembra aver già assimilato i dettami del nuovo allenatore. Ma se sul campo tutto gira a meraviglia, gli ultras reclamano attenzioni legittime.
Anche ieri sera, quando gli azzurri si sono sbarazzati del Cagliari dell’ex Mazzarri, il Maradona non ha ruggito. Il cuore pulsante del tifo partenopeo ha battuto fuori dall’impianto, dove è stata organizzata l’ennesima protesta contro il regolamento d’accesso allo stadio Maradona.
In un periodo caratterizzato e condizionato dalla lotta al Covid e da misure restrittive per garantire la salute pubblica, i tifosi azzurri reclamano rispetto per la disparità di trattamento ormai evidente tra l’interpretazione ‘napoletana’ delle norme e quella ormai consolidata nel resto d’Italia.
Perché è ormai evidente che il divieto di assembramenti negli altri stadi dello Stivale sia esistente solo sulla carta, con esempi a dir poco grotteschi. Settori riservati agli ospiti pieni di tifosi stretti come sardine, esultanze con baci e abbracci a ogni gol, controlli accomodanti se non inesistenti. E’ davanti a queste scene (ampiamente documentate) e a notizie che giungono dalle altre città che gli ultras azzurri non riescono a farsi una ragione di quanto stanno vivendo, vista l’impossibilità di sventolare liberamente finanche una bandiera quando le piazze sono gremite per i comizi elettorali e le vie delle città sono ormai affollate con assembramenti a ogni metro.
E che a Napoli le regole siano più rigide che altrove c’è il recente passato a dimostrarlo, perché a trasgredirle si rischia grosso. Già in epoca pre-covid chi non rispettava il proprio posto veniva identificato e raggiunto a distanza di giorni da multe salate e ‘squalifiche’ più o meno lunghe. Stessa storia per la stretta attualità. Una vera macchia sul ruolino finora impeccabile di Insigne e compagni, che stanno facendo a meno di quello che è da sempre considerato l’ambiente più caldo dell’Italia calcistica.
E’ un Napoli splendido, pensate cosa sarebbe con un Maradona finalmente infuocato. Dovrebbe farlo soprattutto De Laurentiis, decidendo finalmente di avere un colloquio con gli esponenti del tifo organizzato. Se è vero che i campionati si vincono sul campo, è tuttavia l’unione delle varie componenti a fare la differenza. Soprattutto a Napoli, dove i tifosi sono sempre stati la luce da seguire per uscire dai momenti complicati. Spegnere la loro voce, non prestare ascolto, girare la faccia dall’altra parte e far finta di non vedere né sentire sarebbe un atto di puro lesionismo. E’ il caso di rendersene conto.
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