La Uefa ha voluto celebrare i dieci anni di Marek Hamsik con il Napoli, dedicandogli un articolo sul sito ufficiale. “Il concetto di bandiera – scrive la l’organo europeo – sta diventando sempre più estraneo al calcio moderno. I giocatori vanno e vengono, cambiando casacca con frequenza sempre maggiore. Qualcuno, tuttavia, va in controtendenza”.
Era il 28 giugno 2007 quando un giovane centrocampista slovacco di belle speranze si presentava al San Paolo proveniente dal Brescia. Il suo nome era Marek Hamsik e da allora sono passati dieci anni esatti e quel giocatore per i tifosi partenopei è diventato “Marekiaro“, l’uomo che porta al braccio la fascia di capitano. In dieci anni tante cose sono cambiate a Napoli, tranne lui. Allenatori e giocatori si sono susseguiti ma lui è rimasto sempre lì, un punto fermo per la squadra e per i suoi tifosi. Del Napoli è inevitabilmente diventato un simbolo. Il giocatore che tutti vorrebbero: serio e professionista esemplare.
Un percorso che avrà sicuramente avuto i suoi alti e bassi, ma che, passo dopo passo, ha visto Marek Hamsik e il Napoli camminare fianco a fianco sulla stessa strada. Tappa dopo tappa. Dal 28 giugno 2007 a oggi e adesso a Napoli tutto gira intorno a Marek. Tanto l’affetto, tanto il tempo passato insieme da considerarlo uno della comitiva di amici, di quelli che non hanno più un nome di battesimo ma solo il soprannome. Perché, ormai, nell’immaginario popolare il numero 17 ha un solo e unico possessore. Dieci anni costellati da 452 presenze in maglia azzurra e 113 gol all’attivo, a meno due dallo score di Diego Armando Maradona. L’obiettivo, dunque, è un sorpasso storico, che salvo imprevisti dovrebbe avvenire nella stagione 2017/18, l’11esima di Hamšík a Napoli.
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