Napoli – D’Artagnan e i tre moschettieri, pronti non a correre in soccorso del “collega” ma a insediarne la posizione. Il D’Artagnan in questione si chiama infatti semplicemente Gennaro Gattuso, reclutato in corsa sulla panchina del Napoli per risollevare morale e classifica di una squadra destinata a naufragare sotto la guida di Carlo Ancelotti. Un’opportunità ghiotta per “Ringhio“, rimasto fino a quel momento stand-by dopo la separazione dall’amato Milan. Una missione non “impossibile” ma sicuramente non semplice per quella che era la condizione degli azzurri. L’accordo con il presidente De Laurentiis e una promessa: il rinnovo automatico in caso di approdo in Champions League. Una meta ancora lontana, considerando i dodici punti che separano attualmente il Napoli dal quarto posto. Un obiettivo reso ancora più difficile dal ritmo che stanno stanno imprimendo le prime tre della classe (Juventus, Lazio e Inter) e dalla presenza dell’Atalanta, tornata a essere squadra capace di far strabuzzare gli occhi.
Guarda all’Atalanta il Napoli e guarda a Bergamo anche il presidente De Laurentiis. Se Ringhio non dovesse essere riconfermato, infatti, il primo “moschettiere“, Athos, risponderebbe al nome di Gian Piero Gasperini. Una vecchia suggestione che torna a farsi largo alle pendici del Vesuvio. La parte più difficile sarebbe convincere l’allenatore a lasciare il suo mondo incantato, l’alcova ideale dove far crescere e coltivare il proprio calcio e le proprie idee. Tempo e pazienza sarebbero elementi fondamentali di cui avrebbe bisogno Gasperini a Napoli, dove troverebbe un gruppo da rifondare e plasmare da zero, partendo da una retroguardia che, eventualmente, dovrebbe imparare a muoversi a tre e non più a quattro.
Stesso discorso per quanto riguarda Porthos, il moschettiere che ha le sembianze di un croato in grado di stupire e di riscattarsi nella città di Giulietta e Romeo. Ivan Juric, tecnico delVerona, è l’altro nome che Cristiano Giuntoli ha appuntato sul proprio taccuino qualora si rendesse necessario il ribaltone estivo. All’appello manca solo Aramis e qui entrano in gioco ragioni e sentimenti extra-calcistici ipotizzando un ritorno di Maurizio Sarri sulla panchina partenopea. La suggestione è forte anche in chi ha additato il “comandante” di alto tradimento per aver accettato di vestire l’odiato bianconero della Juventus. Il feeling con la Vecchia Signora non è ancora sbocciato e solo la Champions League potrebbe cancellare i dubbi istillati nella dirigenza juventina. Sarri libero sarebbe un boccone troppo ghiotto da lasciarsi sfuggire ma ci sarebbero comunque da ricucire di rapporti con De Laurentiis.
Il Napoli, dunque, va avanti con il suo D’Artagnan ma alle spalle spingono i moschettieri. Il futuro che bussa con prepotenza alle porte di un presente che potrebbe diventare passato in estate.
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