NAPOLI – Oggi, Gaetano Manfredi, il candidato sindaco del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle, ha presentato le linee programmatiche che vorranno caratterizzare il suo mandato a Palazzo San Giacomo. “Un programma aperto – ha tenuto a specificare il coordinatore del programma, Sergio Locoratolo – Nel senso che può includere ancora i suggerimenti che tutti – partiti, associazioni, semplici cittadini – vorranno dare”. A tal fine è stata attivata anche una mail ([email protected]) e un sito (manfredisindaco.it) da dove si potrà scaricare l’intero programma finora elaborato.
E quindi: quali sono le 10 cose da fare assolutamente a Napoli se fosse Manfredi a vincere le elezioni del 3 e 4 ottobre?
1) “Riaccendere il motore della macchina amministrativa. Oggi Palazzo San Giacomo è un palazzo vuoto. Per far funzionare tutto il resto, occorrerà subito, nei primi 100 giorni, una prima riorganizzazione. Poi bisognerà investire perchè occorre più personale e più personale qualificato”.
2) “Nominare una giunta tecnico-politica di grande livello. Occorre più competenza e più politica. Ci sarà una significativa presenza di donne, ma nessun assessore alle periferie, sulle quali vogliamo volgere uno sguardo più ampio, in connessione anche con il resto del territorio dell’area metropolitana. Questo, assieme a un consiglio comunale maggiormente qualificato rispetto al passato. Fortunatamente, vedo tante candidature anche dalla società civile, come da me auspicato”.
3) “Riformare le Municipalità facendone davvero strumenti al servizio dei quartieri per dare ai cittadini un punto di riferimento reale e i servizi di prossimità indispensabili nella loro quotidianità”.
4) “Un Patto Educativo che preveda le scuole aperte tutta la giornata, strutture ben manutenute e la garanzia di offrire educazione e integrazione sociale a tutti”.
5) “Caratterizzare ogni quartiere. Ho in mente una città policentrica: con più centri. Ognuno di essi con una forte caratterizzazione: penso all’area occidentale in cui bisognerà lavorare per accentuarne la vocazione turistica e di intrattenimento. All’area est con un carattere industriale. A Capodimonte che dovrà essere la collina dell’arte. Solo con un’ottica più larga i tanti divari interni alla stessa città potranno essere colmati”.
6) “Far sì che il porto si integri davvero col resto della città. Con tutte le sue vocazioni: commerciale, turistico/crocieristica e cantieristica. Per la prima, più che mai, occorre lavorare su un retroporto con le giuste infrastrutture: Napoli non può essere solo un mero parcheggio di container. Per la seconda, bisogna abbattere l’inquinamento delle mega navi da crociera elettrificando le banchine. E poi bisogna mettere mano al molo San Vincenzo: deve essere recuperato facendone un’area commerciale, di intrattenimento e di approdo per i grandi yacht dei vip internazionali che potranno aiutarci a lanciare l’immagine giusta della nostra città in tutto il mondo”.
7) “Occorre un turismo di qualità. Oggi come oggi, Napoli è solo una stazione o un centro di smistamento per chi è in viaggio per raggiungere altre mete. Dobbiamo dare al turista internazionale offerte migliori, sfruttando l’arte, la storia, la tradizione della nostra città. Per questo, a livello nazionale, sto già al lavoro per proporre un pacchetto unico con Firenze e Roma, altre due città d’erte facilmente raggiungibili con l’Alta Velocità. Ma anche con le altre mete turistiche della nostra area metropolitana come Pompei e le isole: bisogna agire in sinergia”.
8) “Bisogna ribaltare la problematica legata ai rifiuti: non deve essere più vista come un problema ma, grazie alle nuove tecnologie, come un’opportunità di lavoro. Stop al trasporto fuori dalla Campania dell’umido che ci costa tanto e che possiamo smaltire noi. Bisogna puntare a fare di questa filiera una risorsa moderna nell’ambito di una economia circolare”.
9) “Dare a Napoli nuove opportunità di lavoro. Ma la scommessa è quella di attrarre quegli investimenti che portano qui anche i centri direzionali delle imprese. Se, oltre le braccia, avessimo anche il loro cervello, diventerebbero molto più difficili anche le delocalizzazioni che abbiamo subito come nel caso Whirlpool. Certo, per fare questo occorrerà l’aiuto del Governo che dovrà puntare davvero sul Sud, l’unica area del Paese davvero con margini di crescita. Ma qui abbiamo, grazie anche alle Università, la capacità e le competenze per avere investimenti di qualità”.
10) “Anche con una nuova gestione delle società che li gestiscono, bisogna avere dei trasporti finalmente efficienti, all’insegna dell’elettrificazione per quelli su gomma. E di un nuovo impulso per il completamento della metropolitana e il rafforzamento delle reti su ferro extraurbane”.
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