Il Napoli torna a parlare e lo fa a quattro mesi circa dall’ultima volta. Si è tenuta oggi pomeriggio alle ore 15.45, in una delle sale dell’hotel The St. Regis a Roma l’attesissima conferenza stampa del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Tanti i temi trattati dal numero uno azzurro: da Napoli-Verona, passando per il calciomercato, fino ad arrivare al rinnovo di Insigne e al nuovo ciclo con Spalletti.
Di seguito le sue parole: “Vi ringrazio per essere qui, è chiaro che sono stati momenti difficili questi del Covid, che non ci aspettavamo, ci ha colti impreparati. Già nello scorso campionato avere questo problema, non avere lo spazio ed il tempo per programmare l’annualità, ma ognuno pensa ai suoi egoismi. Senza sapere degli stadi aperti o meno, che senso aveva programmare gli Europei senza il ritiro dovuto ed un ritiro vero oltre ad un mercato vero? Dobbiamo fare la corsa per un assist agli istituzionalista che non investono nel calcio ma sono nei loro ruoli solo grazie a noi e non ci tutelano, ma ci creano altri problemi. Leggevo del problema del Premier inglese, che ha castigato i protagonisti della Superlega, ma variante o non variante si accorda la finale a Londra con gli spettatori. Una settimana prima del lockdown mi è stato chiesto di giocare in Spagna, dissi ma come facciamo a muoverci, e mi dissero di arrivare a Parigi e poi spostarci in pullman. E’ più importante una partita che la salute dei popoli? Tra poco pubblicheremo i calendari, ma chi ci garantisce? Io lo chiederei a Draghi, ma deve prendere atto che ci sono più di 30mln di italiani che trovano nel calcio una valvola di sfogo, l’80% di loro, ovvero 24 sono uomini che lavorano per il paese, allora perché tu ti disinteressi completamente al mondo del calcio che è una valvola di sfogo importante? Hai una grande credibilità in Europa, perché non convinci i tuoi colleghi a resettare tutte le partenze dei campionati posticipandone l’inizio ad una data per avere più serenità vaccinale? Perché in Europa non è nata una obbligatorietà ai vaccini e sento tanta gente che non vuole vaccinarsi e non ci pensa nemmeno, e chissà quanti di voi qui la pensano così”.
Napoli-Verona: “Rimproverarsi e rimproverare è la strada più facile. Una volta che rompi qualcosa, i cocci si vedono sempre. Con il Covid le partite sembrano quasi giocate in un acquario, dove questa impetuosa presenza fonica delle voci degli allenatori sembrano stordenti. Come in un acquario c’era una situazione irreale, le voci degli allenatori diventavano protagoniste. Io non credo che quando c’è il tifo dello stadio la voce arriva ai vari calciatori, tant’è che appena c’è il gioco fermo l’allenatore chiama quello più vicino per comunicargli qualche cosa. Quando non hai nessuno sugli spalti tu hai la libertà di condurre il gioco dalla panchina. Rimproverarmi qualcosa? Non credo, è stato un campionato falsato per tutti. Poi si potrebbero avere cattivi pensieri se facessi dietrologia, ma io non ne faccio dietrologia. Nell’intervallo di Napoli-Verona sono andato negli spogliato per suonare la carica e mi sono sentito quasi rilassato dopo la rete del vantaggio. Non mi ha fatto altrettanto piacere vedere nei successivi minuti il pareggio. Sai, arrivi alla fine di un campionato così negativo e complesso, dove anche il risultato degli altri conta, dove sei già stato bastonato durante l’anno in delle partite in cui forse meritavi di più. Poi c’è l’episodio del Cagliari che già ci aveva creato dei patemi d’animo, quindi voglio dire che non ho nulla da recriminare. Ripeto, è stato un campionato molto falsato. Abbiamo fatto un assist agli europei, senza sapere nemmeno se si potesse girare per l’Europa. Vorrei tanto che alcuni colleghi direbbero ‘Aurelio hai ragione, convinciamo 7/8 squadre a non partire”.
Superlega: “Florentino Perez non mi ha mai contattato. Non sono mai stato a favore della Superlega, perchè ne faccio una questione economica. Non è facendo un super torneo a 12 che risolvi i problemi economici del calcio. Questi si risolvono se prendi coscienza che la Champions League e l’Europa League non servono economicamente a nessuno. Florentino Perez ha avuto il merito non di inventare la Superlega, che è una cretinata. Ma di dire “perchè voglio crearla”? Champions ed Europa League non servono ai nostri bilanci perchè gli investimenti sono tali che non possiamo andare avanti con questi fatturati per fare assist istituzionali a chi crede di governare il calcio anzichè tutelarlo. Questo è un grosso problema. Sono anni che dico che dobbiamo creare un campionato europeo più equilibrato, dove non si va per estrazione da Monte Carlo chiamando le vecchie glorie per capire chi gioca con chi. E’ un meccanismo basato solo sulla fortuna. Invece dovremmo creare equilibrio. I 5 paesi più importanti sono quelli che possono permettersi calciatori più costosi: Spagna, Francia, Inghilterra, Germania e Italia. Queste 5 nazioni meriterebbero un campionato europeo a sè stante, il martedì, mercoledì e giovedì. Perez vuole fare i 12, ma bisognerebbe dare la possibilità democratica a tutti di competere, anche a Udinese e Fiorentina se si qualificano. I primi 6 delle prime 5 nazioni diventerebbero un torneo a 29 partite secche. In questo modo tra sponsor, stadi e piattaforme porti a casa 10 miliardi, non i 3 di cui parla Perez. E gli altri 25 Stati? Chi arriva primo fa un’altra competizione a 25. Il primo della competizione a 25 e il primo di quella a 5 Stati fanno poi la Finalissima. La Finalissima sarà vista da 2-3 miliardi di persone… questo è quello che la UEFA non ha saputo valutare. Avrebbero potuto chiedere un parere a noi dell’ECA. Quando lavoravo all’ECA già ero consapevole che le cose non andassero. Siamo passati da 32 milioni di monte ingaggi con Mazzarri in Champions a 100 milioni in Europa League”.
Mondiale 2022: “Quella è un’altra super cazzata del secolo. Però parliamo della FIFA, quindi sempre istituzioni. Infantino è molto capace e preparato. Quello che era valido pre-Covid dovrebbe essere ridiscusso post-Covid. L’impresa privata sa mutuare e dimensionare investimenti, rischi, mercato… il pubblico si basa solo su rapporti e strette di mano. Questo fa danni a cascata e non se ne accorgono. Non capisco nemmeno perchè dare i calciatori per le competizioni continentali. Poi se si fanno male chi mi ridà i soldi indietro? Mi rimborsano la svalutazione di un calciatore? No, ma nessuno ne parla. Io spendo 200 milioni sul mercato e poi mi chiedono i calciatori, e volevano anche fare le Olimpiadi. Però poi “De Laurentiis ha negato a Fabian Ruiz di andare a Tokyo”… ma stiamo scherzando? Con tutte queste situazioni aperte bisognerebbe ridurre i campionati a 16 squadre per avere meno partite. Ma non possiamo gestire campionati a 20 squadre e il calendario così come è. In Qatar ci sono gli stadi con l’aria condizionata, il caldo non è nemmeno una motivazione”.
Spalletti: “Lo avevo incontrato una volta a Roma, e noi virammo in quell’occasione su Benitez o Sarri, non lo ricordo. Credo che sia uno che sappia allenare molto bene le sue squadre, non è mai stato semplice giocare contro di lui. Ha gestito situazioni difficili a Roma e Milano, in una società che magari non metteva le cose in chiaro”. Sul futuro di Insigne? “Non ci siamo proprio visti. Ci siamo dati appuntamento a fine del campionato europeo, ci siederemo, ci parleremo e sarà quel che sarà”.
Futuro del Napoli: “Come uscire da questo biennio deludente? Il vero problema è l’aumento del nostro monte ingaggio. Ci sono club che fatturano molto più di me, ma molto più di me, che sono due anni che ancora non mi pagano. Io ho sempre pagato un giorno prima della scadenza, mai il giorno dopo. Non c’è un ridimensionamento, una semplice presa di coscienza che il budget va rivisto altrimenti fai fallire il Napoli. Se vuoi riportare il Napoli sul giusto binario devi tagliare le spese eccessive”. Basta vendere un giocare per risanare il bilancio? “Forse non basterà venderne uno solo. Forse bisognerà vendere quei calciatori che hanno aumentato a dismisura la loro parte salariale, quella che il Napoli non può pagare. Forse due acquisti non avrei dovuti farli, dovevo dire ‘Aurelio stai calmo, tanto c’è il Covid ed il campionato non conta nulla, congelando tutto’. Da ottimista quale sono, ho investito troppi soldi e mentre io investivo dall’altra parte mi dicevano hai un contratto per cinque anni ma non lo possiamo rispettare”.
Verona-Napoli e il retroscena della telefonata con Spalletti: “A un certo punto, viste alcune partite dove il mister non si sentiva nella forma perfetta e visto che tutti gli interlocutori televisivi erano ex colleghi che lui conosceva, ho preferito evitare che si speculasse su alcuni calciatori e sulla società. Ho preferito mettere il silenzio stampa, visto che la mia intenzione era andare avanti fino alla fine della stagione. Convocai una riunione con il medico Lombardo, l’amministratore delegato e tutta la squadra dicendo ‘Vi potrei pagare in ritardo, invece vi pago in anticipo lo stipendio di gennaio. Però vi dico l’allenatore rimane, quindi non fate storie. Poi ho detto Rino, tu resta che ti devo dire alcune cose’. Io non ho mai voluto esonerare Gattuso, l’ho visto dolente con degli occhiali e non presente effettivamente in panchina. Ad un certo punto mi son dovuto preoccupare, se magari la situazione poteva precipitare e diventasse necessario intervenire. Benitez? Noi ci sentiamo sempre, di lui mi piace sempre il suo modo inglese di organizzare il lavoro. La prima volta che parlammo di giocatori lui mi fece una lista, gli dissi che non era possibile comprarli perchè servivano 300 milioni. Mi presento una seconda lista, ma anche quella era troppo cara. Lui, invece di mandarmi a quel paese, non si scompose e mi presentò una terza lista e qualcuno di quei calciatori è ancora con noi”.
Confermare Gattuso? “Avevo preparato prima della gara, perchè credevo che sarebbe andato in Champions, un ringraziamento per Gattuso per il raggiungimento della Champions. Dopo il pareggio col Verona, abbiamo snellito la comunicazione, ringraziando Gattuso con un tweet per il lavoro svolto. Ho sentito dire in televisione che non era accettabile fare così, in realtà io sarei potuto essere molto inquieto. In realtà io avevo già scelto di smettere con Gattuso già nell’estate precedente, l’avevo preso per tamponare l’uscita di scena di Ancelotti. Anche se avesse vinto il campionato, la sua mission a Napoli si sarebbe conclusa. Con Mendes abbiamo parlato a lungo del rinnovo di Gattuso, ma non ci siamo trovati in linea. Avevamo firmato due righe, ma poi quando queste due righe vanno a finire in mano agli estensori legali, le due righe diventano ventisette. Poi Gattuso non si è sentito bene ed io ho sentito Spalletti, ed anche questo mi è stato rimproverato. Poi si è ripreso molto bene, ma questa sperequazione tra gare positive e non mi ha fatto capire che era arrivato il momento di interrompere la collaborazione”.
Pensa che otterrà mai una spiegazione dalla squadra su Napoli-Verona? “Non voglio fare dietrologia, perchè sono tutti come se fossero miei figli. È chiaro che in una cena a Dimaro, è una conversazione che intratterrò e vorrò ottenere delle risposte da loro”.
Quanti calciatori potrebbero andare via in questa sessione di mercato? “Bisogna capire con l’allenatore cosa sostituire e cosa non sostituire. Solo allora vedremo se il mercato ti permetterà di operare in entrata e in uscita. Ho appuntamento con Spalletti venerdì, lui inizia il contratto con noi il 1 luglio”. Resisterebbe a delle proposte indecenti?
“Proposte indecenti? Magari arrivassero. Nessuno è incedibile per delle proposte appropriate”.
Obiettivo prossima stagione: “Ho bisogno di far quadrare i conti e ritornare in Champions”.
Errore il silenzio stampa? Non sarebbe stato meglio mandare qualche tesserato in tv dopo Napoli-Verona? “Con i tifosi mi posso scusare soltanto io, qualunque scusa fatta da qualunque calciatore o qualunque capitano potrebbe sembrare una cosa voluta. Io dialogo con i tifosi, ci sono quelli che mi amano quelli che mi odiano. Loro vogliono vincere e basta, non pensano alle logiche societarie. Non tutti sono uguali, ci sono anche quelli che comprendono certe dinamiche. Come ho già detto, il silenzio stampa è stata una panacea. Siamo costretti a stare fino all’una di notte a seguire certe trasmissioni per evitare che non si dicano fregnacce, in queste trasmissioni ci sono ex calciatori che possono far cadere nel trappolone anche l’allenatore. L’ex calciatore ha tutto l’interesse di dare uno scoop, prende il gettone per quello. Per evitare tutto ho messo il silenzio stampa dopo aver sentito delle cose inappropriate. Ho preservato l’allenatore non mandandolo in tv dopo Napoli-Verona, lo avreste massacrato. La cosa più bella sarebbe stata vincere, andare in Champions e l’avrei ringraziato pubblicamente. Perchè dovevo metterlo sul banco delle domande come fosse un imputato. Ha fatto quello che doveva fare, giocavano i suoi calciatori. Ho visto i suoi allenamenti ed ho notato che era altamente allenante, era il primo ad arrivare e l’ultimo ad uscire da Castel Volturno. Non ho niente da rimprovergli”.
Situazione Salernitana: “È difficile dare un giudizio schierandosi da una parte o dall’altra. Credo che ci siano delle interpretazioni sia sul piano sportivo che giuridico che non sono solo tutte da una parte o dall’altra. Non so se in questa situazione quanto abbia giocato la diatriba personale o quanto invece ci sia quella miopia istituzionale. Se io so che in Serie A non posso avere una seconda squadra, nel momento in cui sto lottando e organizzando per venire in Serie A devo avere le carte in ordine per un’eventuale cessione. La stessa cosa che capiterà al Bari di mio figlio. Se ricominci da un fallimento, cioè dalla Serie D, puoi avere due società. Nel momento che entri nel settore professionistico io mi sono tirato fuori ed è rimasto mio figlio. Che tu possa mantenere una quota di minoranza è tutto da vedere se non sia possibile ma in realtà ricorsi alla corta d’Europa o al TAR non ce ne sono mai stati. Son quelle situazioni dove per il quieto vivere del calcio, uno in maniera molto serena ed educata invece che accendere gli animi mediaticamente dovrebbe sedersi a un tavolo”.