Home Napoli Cronaca Napoli Vomero criminale, fuori i banditi del commando: l’arma era del minorenne

Vomero criminale, fuori i banditi del commando: l’arma era del minorenne

Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – La loro “detenzione” è durata meno di ventiquattro ore. Scarcerazione-lampo per la gang di giovanissimi malviventi fermata lo scorso fine settimana tra le strade del Vomero. Determinante ai fini del pronunciamento del pubblico ministero titolare dell’indagine è stato il possesso della pistola che la polizia aveva trovato nella disponibilità del commando. L’arma, stando a quanto emerso dagli atti del fermo, si trovava infatti esclusivamente nelle mani del 17enne, l’unico minorenne del gruppo e l’unico che per il momento resta quindi ancora dietro le sbarre.

Tornano dunque a piede libero quattro dei cinque presunti malviventi fermati pochi giorni fa al termine di uno spericolato tentativo di fuga consumatosi lungo viale Michelangelo. In manette, vale la pena ricordarlo, erano finiti Carmine Nocerino, 23 anni appena e alle spalle già diversi guai con la legge. Non solo, il ragazzo è anche il figlio del ras dei Quartieri Spagnoli Maria D’Amico, a sua volta sorella della defunta boss Nunzia, uccisa in un agguato di camorra al Parco Conocal di Ponticelli.

Insieme a Nocerino junior erano inoltre stati fermati e sono stati liberati anche Giuseppe Sorrentino, 21enne, Ciro Marrazzo, 20enne, Antonio Pipolo, 21enne, e un 17enne, tutti già noti alle forze dell’ordine ammanettati per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, ricettazione e porto abusivo di armi. Nella banda si trovava anche una giovane donna incinta, che è stata però rilasciata già nelle ore immediatamente successive al fermo.

Gli investigatori hanno da subito escluso che i cinque si apprestassero a compiere un raid intimidatorio, più probabilmente l’arma sarebbe servita a scopo di rapina. Ma quell’arma, stando a quanto emerso in seguito e a quanto sostenuto dal collegio difensivo, si trovava esclusivamente nella disponibilità del minorenne. Da qui la decisione del pm di rimettere in libertà quattro dei cinque indagati ancor prima di arrivare alla celebrazione dell’udienza di convalida.

Exit mobile version