Napoli – Al rione Cavour di Barra, quartiere della periferia orientale di Napoli, l’Italia incontra il Cile attraverso la Street art. Da giorni sono al lavoro a Napoli Est, su iniziativa della Fondazione Jorit, cinque artisti internazionali.
Tra questi c’è anche Alejandro Mono González, artista cileno di fama mondiale. Definito dagli addetti ai lavori il padre del muralismo contemporaneo, nonché una figura rappresentativa della storia del Paese del sud America. Militante del partito comunista visse in clandestinità dopo il golpe di Pinochet e nel 1988 partecipò alla campagna televisiva di “No” per la liberazione, poi avvenuta, del Cile dalla dittatura.
A ridosso della fermata della Circumvesuviana del quartiere di Napoli Est, dove lo scorso gennaio Jorit aveva raffigurato il volto di Martin Luther King, sono a lavoro, ormai da alcune settimane ben 5 artisti di fama internazionale che negli ultimi giorni stanno dando colore al rione della periferia napoletana.
Tra i murales, in corso d’opera, spicca su tutti quello che raffigura il volto di Salvador Allende, medico e presidente cileno. Noto ai più per essere stato il primo presidente dichiaratamente socialista marxista a essere mai stato democraticamente eletto. Per alcuni è proprio l’unico al mondo.
Non è un caso che Jorit abbia voluto raffigurare il presidente Cileno in un quartiere definito “a rischio” come quello della periferia orientale di Napoli. Come simbolo di lotta, speranza, ma soprattutto di uguaglianza.
“Nel suo Paese – spiega lo street artist originario di Quarto – ha fatto costruire scuole e ospedali. Ha aumentato per i più poveri stipendi e tutele sociali. Ha introdotto il Salario Minimo, costruito Case Popolari, aumentato le pensioni minime per gli anziani.
Come se non bastasse, questo “vecchietto” è morto con l’elmetto in testa e il fucile in mano per difendere fino all’ultimo, da presidente democraticamente eletto, il suo popolo e il suo Paese, il Cile, da un golpe militare”.
“Oggi, dopo 50 anni, purtroppo nel mondo tante persone non conoscono la sua storia – racconta Jorit – ma in Cile la fiamma accesa dalla sua vita e dalla sua morte brucia ancora oggi. E arde più che mai nel fuoco delle manifestazioni che ogni settimana scuotono le strade di Santiago del Cile”.