Home Napoli Napoli, i paradossi della panchina: l’intoccabile Carletto e il precario Maurizio

Napoli, i paradossi della panchina: l’intoccabile Carletto e il precario Maurizio

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Napoli – Di certo c’è che entrambi non vinceranno il campionato. Anzi, in questo senso, il Napoli è decisamente più tranquillo del Chelsea. L’eliminazione ai quarti di finale di Europa League degli azzurri ha riportato a galla vecchi e nuovi paragoni tra Carlo Ancelotti e l’indimenticato ex Maurizio Sarri. La stagione del tecnico di Reggiolo si è di fatto conclusa ieri sera. Fuori contro l’Arsenal, uscendo ai quarti proprio come successo in Coppa Italia contro il Milan, e a una distanza siderale dalla capolista Juventus in campionato. Resta solo la magra consolazione del secondo posto, traguardo minimo per una squadra che nelle ultime otto stagioni ha chiuso sei volte sul podio.

Chi sperava di alzare finalmente un trofeo con l’arrivo di Carletto è dunque rimasto deluso e alla mente sono immediatamente balzati paragoni col passato. Il destino aveva messo il Chelsea di Sarri dall’altra parte del tabellone e già si sognava il grande confronto con l’ex nella finale dello Stadio Olimpico di Baku. All’Azerbaigian punta adesso solo il “comandante“, rimasto in corsa per l’Europa League ma, paradossalmente, a rischio esonero a differenza del suo sostituto in azzurro. Dopo aver perso la finale di League Cup contro il Manchester City ai calci di rigore, i blues puntano alla qualificazione alla Champions League (quinti a pari punti con l’Arsenal) e mettere in bacheca la vecchia Coppa Uefa. Un trofeo che permetterebbe ai londinesi di accedere direttamente al tabellone principale della prossima edizione della coppa più prestigiosa e garantirebbe la possibilità di giocarsi in estate la Supercoppa Europea

Traguardi che il Napoli ha visto sfumare ieri sera ma che non hanno scalfito le convinzioni del presidente Aurelio De Laurentiis. Si andrà avanti con Ancelotti, come giusto che sia perché non avrebbe senso l’aver investito su un allenatore dall’importante pedigree per poi silurarlo dopo una sola annata. Un passo indietro potrebbe farlo solo lo stesso Carletto, qualora si rendesse conto che non ci fossero i presupposti per fare meglio di quest’anno. Difficile, per non dire impossibile. La Juventus resta di un altro pianeta attualmente e per arrivare a giocarsela con la Vecchia Signora serviranno investimenti importanti. Conteranno i fatturati, quelli invocati ieri sera proprio da Ancelotti e che pongono la serie A un passo indietro ai maggiori campionati europei.

Non è un caso, infatti, che non ci siano club italiani nelle semifinali delle coppe europee. Se la seconda in classifica della A viene eliminata dalla quarta della Premier qualcosa vorrà pur dire. Il livello del calcio inglese (4 semifinaliste su 8), come quello spagnolo (2 semifinaliste), resta superiore a quello italiano e allora viene da domandarsi il perché la panchina di Ancelotti sia così salda rispetto a quella di Sarri. A parti inverse sarebbe successa la stessa cosa? Al di là della Manica il Chelsea si ritrova davanti Liverpool, Manchester City e Tottenham, non certamente le ultime arrivate. Eppure, se non dovesse arrivare un trofeo o almeno la qualificazione alla Champions League, Abramovich potrebbe tornare sui suoi passi e congedare l’ex bancario, sul quale è forte il pressing della Roma. Il Napoli di Ancelotti, perché si andrà avanti con Carletto anche l’anno prossimo, potrebbe dunque ritrovare Sarri sulla sua strada. Non si ritroveranno di certo in finale di Europa League e il blues, indossato dopo l’azzurro, potrebbe improvvisamente tingersi di giallorosso. E’ l’amara vita dei precari, sempre in bilico nonostante siano ancora in corsa. Loro.

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