Napoli – Ciro D’Anna sapeva di rischiare grosso. Il pluripregiudicato di Torre del Greco freddato questa mattina in una tabaccheria di Portici, tornato tra l’altro di recente a piede libero dopo l’ultimo arresto per estorsione e lesioni, era considerato un pezzo da novanta dello spaccio locale di droga e, soprattutto, era inquadrato come uno dei ras emergenti del temibile clan Vollaro. Proprio in questo contesto – è l’ipotesi sulla quale stanno lavorando in queste prime battute gli investigatori – sarebbe maturato il movente del suo omicidio.
Il 38enne D’Anna era del resto più volte salito alla ribalta della cronaca nera dell’hinterland vesuviano. L’ultima volta era accaduto nel 2017. Nel febbraio di quell’anno venne sorpreso con due chili di hashish destinati a una “piazza” di via Università, a pochi passi dalla tabaccheria all’interno della quale è stato ammazzato stamattina. Appena un mese più tardi, quando era già detenuto, venne poi raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare per una brutta storia di estorsione e lesioni che D’Anna, in concorso con altri cinque complici, aveva perpetrato ai danni di un innocente risultato estraneo a qualsiasi logica criminale. Ma dopo due anni Ciro D’Anna era tornato di nuovo in libertà e qualcuno potrebbe avergli presentato il conto per i suoi trascorsi. Gli investigatori che stanno lavorando al caso non escludono comunque che il 38enne capopiazza possa in tempi più recenti aver pestato i piedi a un ras rivale che, non appena ne ha avuto la possibilità, gli ha subito presentato il conto.
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