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Maresca in tour sui media di destra, Manfredi in tour con De Luca jr

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Come è iniziata la settimana per i 2 competitor più accreditati a diventare sindaco di Napoli? Sia Catello Maresca che Gaetano Manfredi l’hanno iniziata in tour.

Maresca, dopo settimane passate a sottolineare che era “puramente civico”, “nè di destra nè di sinistra”, avendo accettato di diventare il candidato del centrodestra, ha iniziato il giro delle sette chiese mediatiche che si rivolgono soprattutto a un pubblico di destra.

Già la prima intervista, quella della conversione, l’ha regalata, lo scorso 30 giugno, a “Il Giornale”, il quotidiano di casa Berlusconi. Questa mattina, invece, si è affidato a “La Verità” di Maurizio Belpietro. Che, non a caso, gli ha dedicato un titolo che comprende tutti i temi più cari di quella parte politica: “Pulizia, sicurezza, servizi: sarò il Rudy Giuliani di Napoli”.

Maresca, oltre che citare l’ex sindaco di New York della “tolleranza zero” (e non certo il Giuliani ora protagonista di scandali e gaffe), ha detto di sentirsi “un centrocampista alla Tardelli” e ha giurato “il pugno duro con chi occupa”. 

Musica per le orecchie di destra, insomma.

Anche quando Alessandro Rico gli ha fatto la solita domanda da 1 milione di euro: “Lei è di destra?”. La risposta, questa volta, è stata: “Sono storicamente un moderato di centrodestra”.

Questo, sebbene ci sia da dire che quando, da giovanissimo, fu eletto consigliere comunale a San Giorgio a Cremano, lo fece con una lista civica di centrosinistra.

Ma tant’è. A Maresca, evidentemente, hanno consigliato di rassicurare quella parte di elettorato che fino a 12 giorni fa, aveva più bistrattato col grido “dei simboli me ne fotto”: quella che quei simboli, di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, li vota.

E ieri, poco prima dell’inizio della finale dell’Italia, aveva in agenda addirittura la partecipazione a un programma di Radio Maria, la stazione degli ultra-cattolici. Era stato invitato da suor Anna Monia Alfieri a confrontarsi sul “diritto di apprendere” e “il ruolo delle donne nella società contemporanea”. 

La trasmissione è saltata all’ultimo minuto, ed è stata rinviata. Con la religiosa, comunque, Maresca avrà modo di confrontarsi questa sera alle 23 nel corso di “Quarta Repubblica”, la trasmissione di Rete 4 condotta da Nicola Porro. Il quale, in ogni caso, qualche settimana fa, non ebbe parole esattamente carine per il centrodestra che a Napoli si affidava (sbagliando, secondo lui) a un magistrato. Staremo a vedere se ha cambiato idea.

Intanto, un tour non mediatico ma in città l’ha fatto Gaetano Manfredi.

Questa mattina, è stato al porto con la capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani e il suo vice: Piero De Luca. Che, in vista di una competizione elettorale, qui dovrà per forza essere descritto anche come il figlio del Governatore Vincenzo De Luca.

Quindi, microfoni accesi davanti alla sua bocca: “Stamattina, abbiamo svolto un incontro molto partecipato con gli operatori dell’Autorità Portuale. Insieme a Debora Serracchiani, abbiamo presentato le proposte di Gaetano Manfredi e del Partito Democratico per il futuro del porto”.

“Dobbiamo sfruttare l’occasione storica del Recovery Fund e delle ZES (Zone Economiche Speciali, ndr) per attrarre sempre maggiori investimenti e per rilanciare lo sviluppo delle infrastrutture, della logistica, dell’intermodalità, del turismo, con progetti condivisi e innovativi. Il futuro di Napoli dipende dal futuro del suo porto”. 

“Manfredi è un candidato di grande spessore, qualità e capacità amministrativa. Saprà lavorare in questa direzione per rendere Napoli più moderna, vivibile e sostenibile. E’ la persona più qualificata per risollevare la città dopo un periodo buio. Vogliamo sostenere il Sud non rivendicazionista, ma quello che investe sulle proprie capacità, ponendo fine all’isolamento istituzionale. Dopo la vittoria agli Europei, possiamo dire che Gaetano Manfredi sarà il nostro Roberto Mancini“.

Il tour del candidato di centrosinistra non sarà stato mediatico, ma con un testimonial che potrà decidere la partita. 

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