NAPOLI – “Formalismi che sanno di un diritto ormai desueto”: così il candidato sindaco del centrodestra, il magistrato in aspettativa Catello Maresca, commenta l’esclusione di due sue liste civiche decisa dalla Prefettura per delle irregolarità rilevate al momento della consegna, sabato scorso. A subire lo stop sono state “Catello Maresca sindaco” e “Catello Maresca”.
Ma, poco dopo le dichiarazioni di Maresca, a ricevere la notifica dalla refettura di doversi fermare sono state anche altre 2 liste della sua coalizione: una direttamente collegata a uno dei partiti del centrodestra che lo sostiene: quella della Lega, “Prima Napoli”. L’altra, invece, è quella di ispirazione animalista che fa capo all’ex deputato Marcello Taglialatela.
La coalizione che sostiene la candidatura a sindaco dell’ex pm della Dda, quindi, da 12 rischia seriamente di scendere a 8 formazioni. Questo lo si potrà appurare ufficialmente solo all’esito del ricorso al Tar che Maresca ha già annunciato.
Sta di fatto che non solo Maresca si ritrova nei guai: la commissione elettorale ha bocciato anche la lista “Alessandra Clemente sindaco”, una delle 3 che ha presentato l’ex assessora del primo cittadino uscente Luigi De Magistris. Anche in questo caso, nei prossimi giorni, si pronuncerà il Tar.
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