Napoli, in vista delle prossime elezioni comunali, rischia di diventare un laboratorio politico nazionale non solo perché sarà l’unica grande città in cui il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle scenderanno in campo alleati e con un solo candidato sindaco. Ma anche perché vede lanciato in campagna elettorale un magistrato facente funzione all’interno delle sua mura: Catello Maresca, candidato sindaco in pectore del centrodestra e contemporaneamente sostituto Procuratore generale.
Ora: il problema è stato evidenziato già più volte, tant’è che è giunto fino all’attenzione del Csm, che (finora) ha deciso di soprassedere con la motivazione che ufficialmente Maresca non si è dichiarato candidato: il problema, quindi, per l’organo di autogoverno dei magistrati, non sussiste.
Resta il fatto, però, che, nella realtà, c’è. Ed è grosso come una casa: Maresca è in campo. Se non a parole, nei fatti. Ed è diventato un caso nazionale, dicevamo.
Questa mattina, si è interessato di lui il Corriere della Sera, a firma di Marco Demarco: “Si candida o non si candida? Da quanto dura questa storia di Catello Maresca, il sostituto procuratore generale di Napoli che, sebbene ancora in carica e senza alcuna smentita da parte sua, appare ora anche nelle mappe elettorali pubblicate dai giornali? – si chiede l’ex direttore del Corriere del Mezzogiorno, ora opinionista di punta del giornale di via Solferino – L’interessato potrebbe fare chiarezza, eliminare l’equivoco e ossequiare l’opinione pubblica. Ma non lo fa. Perché? E’ vero: non ha un obbligo a parlare – osserva Demarco – Però non ha neanche un obbligo a tacere”.
Il fondo di Demarco è stato cerchiato in rosso in tutte le rassegne stampa del Paese. E anche sui social è oggetto di discussione. Marco Taradash, per dire, oggi firma questo post sul suo profilo Facebook: “Quante volte mi avete letto o ascoltato a ‘Stampa e regime’ (la rassegna stampa di radio Radicale, ndr) deplorare il caso del pm napoletano Catello Maresca e del suo attivismo sociale che preludeva a una sua candidatura a sindaco proprio di Napoli per il centrodestra? Oggi finalmente il caso arriva sul CorSera”.
Ricordato che Catello Maresca già la scorsa estate, in vista delle elezioni regionali in Campania, venne dato in corsa per sfidare Vincenzo De Luca (poi non se ne fece nulla nonostante il pressing di Mara Carfagna), il fatto è (anche) che, più passano i giorni, e più l’immobilismo (formale) dell’ex pm della Dda innervosisce coloro i quali lo attendono come il loro promesso sposo.
Amedeo Laboccetta, anima storia della destra napoletana e ora presidente di Polo Sud, ad esempio, sbotta così: “Il centrodestra se vuole puntare veramente a vincere e conquistare Palazzo San Giacomo non può più perdere tempo. Bisogna trovare la quadra e lanciare la sfida. Soprattutto ora che il Pd sembra aver chiuso l’intesa coi 5 Stelle. L’elettorato antagonista della sinistra e degli apparati di potere ha il diritto di conoscere il nome del candidato sindaco, della sua squadra. E, soprattutto, il suo programma”.
Uno sfogo rivelatore del fatto che tra il centrodestra e Maresca, finora, è una storia fatta più che altro da equivoci. L’ex pm ha finanche fatto sapere di non volere i simboli di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia al suo fianco. Poi sembrerebbe aver accettato un passo indietro. Ma tant’è. Nulla potrà smarcarlo da quel campo: la discesa in campo tra due ali di folla acclamante all’insegna del civismo è un progetto fallito in culla.
E ora, nel momento storico in cui la credibilità della magistratura è ai minimi termini per il caso Palamara (e non solo), con Berlusconi che torna baldanzoso contro la giustizia italiana dopo che quella europea ha sollevato più di un dubbio sull’unica sentenza che lo ha condannato, con Salvini pronto alla raccolta firma per un referendum che riformi il sistema giustizia, beh, in questo momento storico, rischia di nascere quantomeno azzoppata la candidatura di Maresca benedetta dal centrodestra.
Anche perché i dirigenti di partito di questo schieramento fanno i conti della serva. E temono che più passano i giorni, più Maresca continua a giocare a nascondino, e più il valore aggiunto che avrebbe potuto portare a loro favore sotto l’aspetto elettorale diminuisca. Sicuramente, oltre ad essere un caso nazionale, Maresca non è al centro di una storia d’amore.