NAPOLI – Chi l’avrebbe detto? Pochi. Sicuramente nessuno tra coloro che hanno creduto che, con la vittoria di Gaetano Manfredi, la politica napoletana davvero voltasse pagina rispetto al decennio demagistriano.
E invece, un mese e mezzo dopo lo strabiliante 62,88% con il quale l’ex rettore della Federico II è stato incoronato nuovo primo cittadino di Napoli (“per cambiare pagina“, come più volte ripetuto dal diretto interessato), ci sono da registrare un paio di cose con protagonista la sua maggioranza che difficilmente erano pronosticabili la sera del 4 ottobre scorso, la sera della svolta. O, almeno, quella che sembrava una svolta.
Una in particolare. Flavia Sorrentino, appena eletta vicepresidente del consiglio comunale in quota Movimento 5 Stelle, davanti alla polemica (a scoppio ritardato) nata attorno al giudizio negativo che Le Figaro ha dato di Napoli il 3 ottobre scorso, ha sbottato su Facebook rivendicando il progetto per il quale è salita, in piena epoca demagistriana, agli onori della cronaca politica cittadina (e non solo): lo sportello “Difendi la città”.
Ecco: chi poteva aspettarsi che nella maggioranza di Manfredi si levasse una voce nostalgica per uno dei provvedimenti bollati tra i più populisti di sempre concepiti a Palazzo San Giacomo?
Era il giugno del 2019 quando una delibera di De Magistris istituì l’Osservatorio “Difendi la Città” con l’obiettivo di “analizzare, monitorare e studiare i fenomeni di discriminazione territoriale nei confronti di Napoli e dei napoletani”.
L’Osservatorio, con ben 20 esperti, andava ad affiancare lo sportello che, guidato proprio da Flavia Sorrentino, difendeva la città già dal 2017.
Con quali risultati è sotto gli occhi di tutti. Tant’è che, come è logico che sia, ognuno, in qualsiasi parte del mondo, ha continuato a maturare liberamente un suo pensiero su Napoli. Spesso negativo, tra l’altro. Come quello esposto da Le Figaro il 3 ottobre scorso e che ora tanto sta facendo discutere.
Ma tant’è: il giornale francese definisce Napoli “capitale del terzo mondo”?
Questa è la reazione della vicepresidente del consiglio comunale: “Ancora una volta il nome di Napoli, nel silenzio delle istituzioni locali e nazionali (anche perchè tutte concordi, tra l’altro, che la città sia tra le meno vivibili del Paese, come dimostrato anche dalla ricerca di Italia Oggi che la relega al penultimo posto nella classifica nazionale, ndr), è stato gettato in pasto all’opinione pubblica mondiale. Dobbiamo, infatti, solo alla fama di Toni Servillo e Paolo Sorrentino, che per primi hanno bacchettato l’articolo apparso sul quotidiano parigino, se oggi il console francese in Italia ha posto le sue scuse”.