“A Napoli ho fatto la storia. Non avrei mai potuto giocare in un altro club italiano. Con i tifosi napoletani sono sempre stato sincero”. Inizia così l’intervista dell’ex giocatore del Napoli, Ezequiel Lavezzi, rilasciata a Sky Sport parlando principalmente della sua esperienza con la maglia azzurra: “Il giorno del primo gol ho fatto una grande partita. Ho avuto la possibilità di realizzare la prima rete divertendomi tantissimo. I tifosi del Napoli hanno avuto l’occasione di conoscermi di più dopo quella partita. Ero arrivato un pò sovrappeso. Per fortuna dopo ho cominciato a mangiare bene e quello mi ha aiutato a stare in forma. Il paragone con Maradona c’era perchè sono argentino più che altro e mi ha sempre accompagnato a Napoli. Io ho sempre cercato di dare il massimo e ho dato tutto. Quando è morto ho provato un grande dispiacere però io non sono nessuno per poter giudicare la situazione che c’è stata. Essendo così giovane uno ancora non ci crede. La realtà è che oggi c’è un gran casino dietro e questo ti fa capire com’è finita la sua vita. Era un pò difficile andare in giro per Napoli, magari la sera un pò nascosto”.
Il rapporto con i tifosi azzurri: “C’è stato un rapporto genuino. Mi hanno apprezzato come un ragazzo della loro città ed ero felice di giocare a calcio lì. Quando sono andato via mi sono messo d’accordo con De Laurentiis. Avevo bisogno di prendere aria. Ogni volta che veniva mio figlio dovevo stare chiuso in casa. A Parigi ho avuto la possibilità di camminare con lui per strada. Non sarei mai andato alla Juventus. Con l’Inter c’è stata una trattativa ma prima ho scelto il Psg e poi sono andato in Cina. Non ho fatto una partita d’addio al calcio perchè l’idea è quella di farla a Napoli con il pubblico”. Su Ibrahimovic, Insigne e il Napoli attuale: “Gattuso ha creato una buona identità di gioco e stanno facendo molto bene. Adesso il Napoli è in ottima forma e spero centri l’obiettivo Champions. Insigne oggi è un uomo. Quando abbiamo cominciato ad allenarci insieme era piccolo e adesso ha la fascia da capitano e rappresenta tanto non solo per Napoli ma anche per il calcio italiano. Ibra ancora gioca e già questo vuol dire tanto. E’ malato di calcio”.
Su Reja e l’aneddoto del Da Luz: “È un momento particolare e bello. Rispetto tanto Reja perché calcisticamente mi ha fatto crescere tanto, mi ha saputo gestire perché da giovane ero un ragazzo complicato. Sono storie che rimangono tra i calciatori e gli allenatori”. Su Mazzarri: “L’ho fatto diventare pazzo, lo prendevo in giro per i capelli (ride, ndr). È una persona che stimo tanto, ho imparato tanto con lui. Le persone che ho conosciuto in Italia mi hanno fatto crescere tanto”.
Primo gol in Serie A contro l’Udinese: “Quel giorno ho fatto un’ottima partita, ho fatto gol e mi sono divertito tantissimo. In quel giorno i tifosi mi hanno conosciuto. Sono arrivato a Napoli che ero un po’ in sovrappeso, poi ho iniziato a mangiar bene e sono tornato in forma”.
Su Maradona: “Parlare di Diego significa parlare del calcio. La gente mi ha apprezzato, ho sempre cercato di dare il massimo. Quando l’ho potuto fare, ho dato del mio meglio. Quando ho saputo della morte di Diego ero dispiaciuto, veder finire così la sua vita è stato un brutto. Non sono qui per giudicare nessuno, mi dispiace che sia morto così giovane. Il coro che mi riservavano i tifosi uguale a quello di Diego? Una sensazione unica, essere riconosciuti da una città in questo modo è sempre bello. Uscire era un po’ difficile (ride, ndr)”.