Napoli – Elegantissimo con giacca, cravatta rigorosamente rossa e sotto al pantalone le pantofole. “Almeno ho risparmiato sulle scarpe”. Ciro Apicella, 35 anni, napoletano del quartiere Vomero, ci scherza su. Non vuole perdere il buon umore in una giornata che aspetta da tanto. Anni passati a studiare su libri grossi come mattoni. Poi finalmente arriva il tanto agognato traguardo: il giorno della laurea in Medicina. “Sicuramente potrò raccontare di essermi laureato in un modo molto particolare, mai avrei potuto immaginarlo così”. Ovvero seduto al tavolo del suo salotto ed in collegamento con i professori tramite pc. Prima che inizi la discussione della tesi in Ortopedia, il professore della Federico II tiene a far sapere a Ciro e agli altri ragazzi che oggi si sono laureati che la proclamazione nell’aula dell’Università ci sarà, non appena l’emergenza sanitaria sarà finita. E’ solo rimandata. “Sono d’accordo che bisogna essere responsabili” dice Ciro commentando chi per festeggiare la laurea ha fatto un party, infrangendo le norme anti-contagio. “E poi alla fine paradossalmente forse sono stato ancora più circondato di affetto” aggiunge. Fuori al suo balcone lo striscione con la scritta “Oggi mi laureo”. Pochi minuti e dal balcone di fronte ne appare un altro con su scritto “Auguri”. Impossibile non commuoversi. E’ la Napoli bella, responsabile. “Vedere lo striscione della vicina mi ha riempito di calore, così come tutti gli amici e i parenti collegati in videochiamata”. Per la sua laurea alcuni di loro hanno realizzato anche un piccolo filmato. Lo hanno intitolato ‘Abbattiamo le distanze’. Con la voce ancora emozionata e con gli occhi verso il suo futuro da medico Ciro lo riguarda e non ha nessun dubbio: “Nessuna distanza: è stato proprio così”.
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