Napoli – Una campagna informativa lanciata per “educare” i numerosi kayakers che affollano ogni giorno l’Area Marina Protetta del Parco Sommerso di Gaiola inconsapevoli dei rischi che corrono e delle tutela ambientali esistenti. Ecco quindi che il Parco Sommerso di Gaiola e la Federazione Italiana Canoa e Kayak, d’intesa con la Capitaneria di Porto di Napoli e con il patrocinio del Comune di Napoli, presenteranno la campagna informativa “Kayak etico e sostenibile”, un vademecum per fruire delle bellezze costiere in sicurezza e nel rispetto dell’ambiente e della normativa vigente, giovedì 8 agosto all’interno dell’AMP Parco Sommerso di Gaiola.
Volontari del CSI Gaiola onlus e della FICK, con il supporto della Guardia Costiera, sensibilizzeranno bagnanti e kayakers sull’uso etico, sicuro e sostenibile del Kayak e distribuiranno adesivi, da affiggere sui kayak, muniti di qrcode per permettere di visualizzare sul proprio cellulare le regole del vademecum. Inoltre ai noleggiatori che ne faranno richiesta verranno forniti manifesti e locandine della campagna con regole del vademecum oltre che le mappe del Parco per capire dove si può o non si può andare.
Da diversi anni grazie all’istituzione dell’Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola ed all’impegno di volontari, Guardia Costiera e Soprintendenza Archeologica, l’area della Gaiola è stata recuperata del degrado in cui versava da oltre trent’anni e le sue acque sono state liberate dall’assedio di natanti e imbarcazioni che ancoravano e sfrecciavano anche a pochi metri dalla costa. Oramai è un pallido ricordo il canale della Gaiola ingombro da barche in transito e ancorate ovunque a dispetto dell’immenso patrimonio archeologico sommerso o la Baia di Trentaremi trasformata in parcheggio di motoscafi assediata da centinaia di imbarcazioni durante la stagione estiva. Questo lavoro di recupero e tutela di quello che può essere definito l’ultimo paradiso costiero della Città di Napoli, ha permesso la nascita negli ultimi anni di fiorenti attività economiche legate al noleggio e tour in kayak lungo la costa che permettevano di navigare in modo alternativo riscoprendo luoghi prima di dominio del degrado e del diportismo incontrollato.
Purtroppo inaspettatamente, con il passare degli anni la moda del Kayak, crescendo sempre di più, ha iniziato ad assumere i connotati di fenomeno di massa e come tutti i fenomeni di massa ha iniziato a portare con sé non poche problematiche legate in primo luogo alla sicurezza degli stessi utenti ed in secondo luogo alla tutela di alcuni habitat particolari e del patrimonio archeologico. Quotidianamente vengono segnalati kayakers in transito o sosta in aree ad alto rischio frana e interdette per motivi di sicurezza o conservazione.
L’allarme è stato più volte lanciato anche dalla Federazione Italiana Canoa e Kayak che mette in evidenza come questo nuovo business esploso negli ultimi anni, metta in mare persone spesso inesperte nell’utilizzo stesso del mezzo, che non conoscono le regole del mare, la normativa vigente, esponendole quindi a rischi e situazioni pericolose per la propria e altrui incolumità. Oltre al fatto che naturalmente nella massa è sempre in agguato il rischio che questo mezzo, una volta ad appannaggio dei veri amanti del mare, oggidiventi un semplice mezzo di trasporto in mano a persone che spesso hanno poco a che vedere con il rispetto del mare. La generale disinformazione da parte della maggioranza dei kayakers spesso è anche indice una negligenza da parte dei noleggiatori che non informano adeguatamente gli utenti sulla normativa vigente lungo la costa e nell’Area Marina Protetta, sulle zone dove è possibile o non possibile andare o sulle dotazioni e regole per la propria incolumità. Senza considerare la problematica del boom dei tour in kayak, tutti privi di autorizzazione, che accompagnano i clienti ignari a violare le regole del Parco. Tutte problematiche che vedono impegnata attivamente la Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di Napoli, cui spetta il compito di vigilare sulla sicurezza in mare ma anche sulla salvaguardia delle Aree Marine Protette come il Parco Sommerso di Gaiola.
Alle problematiche di sicurezza infatti si aggiungono le problematiche di tutela del patrimonio naturalistico ed archeologico legate all’uso improprio del kayak. Il continuo trascinamento di centinaia di kayak sulle scogliere tufacee del Parco sta infatti completamente distruggendo biocenosi fondamentali come quelle della frangia mesolitorale o delle pozze di marea sciafile delle grotte di Trentaremi, senza considerare che spesso non si tratta di semplici scogliere ma di strutture archeologiche del I Sec. a.C.. Problematiche e danni spesso inconsapevoli dovuti a disinformazione ma anche problematiche di banale inciviltà come l’abbandono di rifiuti in luoghi della costa una volta inaccessibili ed ora resi raggiungibili grazie al kayak.
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