Napoli – Box di plexiglass in spiaggia? L’idea, con tutto il rispetto per chi l’ha concepita, sembra onestamente poco convincente. Da Napoli, da due architetti partenopei, Rino d’Alessandro e Biagio Sgariglia, arriva un’idea molto più elegante, funzionale e, soprattutto, assai meno “oppressiva” per mettere a norma gli stabilimenti balneari e consentirci, se il coronavirus lo permetterà, di prendere un po’ di sole e farci un bagno rinfrescante, rispettando le regole sulla sicurezza imposte dalla pandemia.
“Lo Studio Architectonica”, spiegano d’Alessandro e Sgariglia, “opera a Napoli da trent’anni. Abbiamo sempre visto nel mare e nella socialità che questa magnifica città offre, l’elemento ispiratore delle loro progettazioni. Per questo motivo a seguito della pandemia di Covid-19 abbiamo deciso di studiare una soluzione per la creazione di moduli balneari che permettano il distanziamento, la socialità ed il godimento di aria, mare e sole in sicurezza. È nato così, dall’ape architetto per natura, il progetto AlveMare. Per secoli i matematici avevano ritenuto che, per ottimizzare lo spazio disponibile usando la minore quantità di materiale da costruzione, la scelta migliore fosse quella di suddividere un’area in esagoni piuttosto che in quadrati, triangoli equilateri, o qualsiasi altra forma. Tuttavia non riuscivano a spiegarne completamente la ragione. Nel 1999”, aggiungono, “il professor Thomas Hales fornì le prove matematiche del vantaggio derivante da quella che chiamò congettura del nido d’ape. Dimostrò che per ripartire uno spazio in parti uguali con il minimo impiego di materiali la forma migliore è l’esagono regolare”.
Prendendo spunto dalla sapienza architettonica delle api, d’Alessandro e Sgariglia hanno concepito ‘AlveMare: “E’ una struttura modulare”, spiegano i due architetti, “che usa lo schema ad alveare per creare isole o aggregazioni lineari nel rispetto dei requisiti di protezione e distanziamento: distanze rispettate tra persone dello stesso nucleo familiare ed estranee; uso di materiali industriali prefiniti e lavabili per una sanificazione periodica; posizionamento replicabile in base a centri di raggio 3 metri; struttura portante in montanti di alluminio pressofuso con un montante centrale da 80 millimetri e 6 laterali da 60; pannelli di protezione laterali in lamelle di legno o PVC in corrispondenza delle posizioni della testa; ombreggiatura”, aggiungono d’Alessandro e Sgariglia, “garantita da teloni triangolari alternati per favorire ombra e soleggiamento con meccanismo di aggancio a supporti in allumini; lettini fissati ad una struttura interrata per evitare lo spostamento, ma con meccanismo centrale di rotazione orizzontale di 35 gradi alternato per garantire il rispetto delle distanze e modificare l’orientamento verso il sole o l’ombra”.
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