Una vera e propria guerriglia tra bande di detenuti, contrapposti dall’origine salernitana e napoletana, alla base della rissa che si scatenò il 5 aprile all’interno del carcere di Salerno. Nella rissa furono feriti per fortuna senza gravi conseguenze alcuni agenti penitenziari e la stessa direttrice del carcere il cui intervento però si rivelò fondamentale per sedare gli animi. Lo ha ribadito questa mattina il sostituto procuratore Luigi Alberto Cannavale nel corso di una conferenza stampa nella quale sono stati resi noti 13 provvedimenti di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone ( 3 delle quali non più detenute)
Secondo la ricostruzione degli agenti della squadra mobile la vicenda trae origine da un’aggressione subita da un detenuto di origini napoletane ad opera di alcuni detenuti del secondo piano sezione B in gran parte di origine salernitana.
A seguito di tale episodio, il gruppo dei napoletani il 5 aprile ha deciso di aggredire un altro detenuto di origine salernitana arrivando a compiere una vera e propria devastazione del carcere non esitando a scassinare gli arredi urbani per farne bastoni e mazze da utilizzare nell’aggressione, utile a vendicare lo sfregio subito e a manomettere gli estintori per rendere più difficile l’identificazione degli autori dell’aggressione.
Nell’intervista a margine della conferenza il sostituto procuratore Cannavale conferma anche il ritrovamento di droga e telefoni cellulari sempre più frequente all’interno della casa circondariale di Fuorni.
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