NAPOLI – Come la vedono fuori da Napoli? Con quali occhi i giornali nazionali (i “giornaloni”, direbbe qualche grillino della prima ora) stanno raccontando la campagna elettorale della terza città italiana?
Negli ultimi giorni si stanno succedendo vari reportage. Oggi è toccato, tra gli altri, al Foglio di soffermarsi sulla corsa a palazzo San Giacomo. Ieri era stato il turno del Corriere della Sera.
E quindi. Il giornale di via Solferino si è affidato ad una sua prima firma, Gian Antonio Stella. E l’incipit del co-autore de “La casta” è tutto un programma:
“L’ingegner Gaetano Manfredi, essendo appunto napoletano ma ingegnere, non crede alla ‘triscaidecafobia’. Un altro, al posto suo, avrebbe reagito come Giovanni Leone che, salito su un elicottero per vedere dall’alto l’apocalisse del Vajont, fermò subito il pilota: “Un momento: siamo in tredici”. E non ci fu verso di decollare, narrano, finchè quelli a bordo non furono ridotti, col pilota, a dodici. Lui no, l’ex rettore della Federico II ed ex ministro dell’Università, specializzato in ‘comportamento non lineare di strutture composte acciaio-calcestruzzo’, della paura del ‘numero tra il 12 e il 14’ come lo chiamano dagli Stati Uniti alla Cina, se ne infischia. E sventola soddisfatto la bellezza di tredici liste che lo sostengono alle Comunali e coprono gran arte dell’universo conosciuto della politica italiana”.
Dopo questa bella pennellata all’insegna del più pittoresco e folkloristico cornicello napoletano, non poteva mancare, e infatti non manca, anche l’eco di una delle polemiche che ha avuto più clamore anche al nord di Bagnoli: quella della juventinità del candidato sindaco del centrosinistra. Può mai esistere napoletano senza pallone?
“Certo è che tira un’aria così (apparentemente) favorevole a Manfredi, cui viene perfino perdonato l’imperdonabile difetto di essere juventino (ogni rimonta bianconera è matematicamente impossibile prima del voto di domenica), che l’ex rettore, se avesse voluto, di liste ne avrebbe potuto farne anche di più…”.
Passiamo al Foglio. Oggi, con Francesco Palmieri, il giornale fondato da Giuliano Ferrara ha sventolato un altro vessillo della napoletanità: il presepe. Il titolo che il giornale di Claudio Cerasa dedica a Napoli è infatti: “Vota il presepe napoletano”.
Il pezzo si concentra sulla Meloni che “nemmeno ha incontrato il suo candidato, Maresca”. Sul patto elettorale tra ex missini e Bassolino: “Nella città di Gianbattista Vico ecco un ricorso storico” e sulle problematiche che rimangono sullo sfondo: “Di camorra poco si parla, preferendo tutti puntare sulla più generica ‘sicurezza’, come se fossimo a Belluno o a Rovigo”. La chiusura è una parafrasi dell’ultimo Mario Martone: “Qui voto io, titolerebbe Scarpetta”.
Cosa che, evidentemente, oggi è un pò sfuggita al Giornale. Il quotidiano di casa Berlusconi titola: “Il centrodestra si compatta, leader insieme per il voto”. Catenaccio: “Chiusura domani a Milano e venerdì nella Capitale”. Come se Napoli non esistesse proprio (del resto, se avessero voluto raccontarla, avrebbero dovuto dire che qui Salvini e Meloni non si faranno proprio vedere: c’è solo Forza Italia a combattere integra per il centrodestra. Per la serie: ai giornaloni va pure dato qualche dato di fatto per parlare bene di Napoli).