Napoli – Scuole ridotte come giungle, scatta l’emergenza nei quartieri Stella e San Carlo all’Arena. A ormai pochissimi giorni dalla ripresa delle lezioni, la situazione nei plessi napoletani sembra a dir poco fuori controllo. Le aree esterne degli istituti di ogni ordine e grado sono infatti letteralmente invase da piante infestanti che nessuno, nonostante la lunga pausa estiva, si è preso la briga di estirpare. Con tutto quello che adesso rischia di derivarne sotto il profilo della sicurezza per i piccoli alunni.
A lanciare l’allarme è la consigliera della Municipalità 3, Giuliana de Lorenzo, la quale denuncia a gran voce: «Poche, pochissime ore e si ricomincia con un nuovo anno scolastico. Tutto sembra ormai pronto per questa avventura, nuova per alcuni, un semplice prosieguo per altri o l’inizio della fine di un percorso per altri studenti ancora. Quasi tutto pronto, se non fosse per la situazione del verde ormai abbandonato nelle scuole, ridotto quasi peggio di quello dei parchi pubblici. Nonostante le tante tantissime segnalazioni inviate ai pochi giardinieri della Municipalità 3 rimasti e al servizio centrale, quasi nessuna struttura sarà pronta ad accogliere al meglio gli studenti». Insomma, l’emergenza era nota da tempo e segnalata a chi di dovere, ma il Comune, complice anche l’atavica carenza di personale, è rimasto con le mani in mano per tutti questi mesi.
Il risultato di questa gestione scellerata è presto detto, istituti come la Mameli Zuppetta, l’Alberto Mario, la Cavour, il 35esimo circolo didattico, l’Angiulli, la Lodoletta e il Pio XII sono ormai ridotti a delle selve al limite dell’impraticabilità: «Ci sono – spiega de Lorenzo – ovunque vere e proprie foreste tropicali, mi dispiace non aver potuto far espletare al meglio le richieste inviatemi come tutti gli altri anni, spero vivamente che vengano chiariti al più presto i tempi e i modi d’intervento da parte dell’assessorato centrale nella riunione che dovrebbe esserci tra poche ore. Nell’attesa a poco meno di 48 ore speriamo che qualcosa si smuova. Tanto a Napoli la speranza è sempre l’ultima a morire».
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