Omicidio Genny Cesarano, ergastolo per i “kamikaze” del boss Lo Russo. Familiari in protesta

Mariano Torre, Luigi Cutarelli, Antonio Buono, Ciro Perfetto. Al centro l'innocente Genny Cesarano
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Napoli –  Ergastolo per i killer che uccisero il 17enne Genny Cesarano durante una stesa avvenuta in piazza San Vincenzo nel rione Sanità a Napoli nelle prime ore del mattino del 6 dicembre 2015. I giudice della IV Corte di Assise di Appello di Napoli hanno confermato tre delle quattro condanne all’ergastolo emesse in primo grado nei confronti di Luigi Cutarelli, Ciro Perfetto e Antonio Buono.

Pena ridotta a 16 anni per il collaboratore di giustizia Mariano Torre (in primo grado aveva rimediato anche lui l’ergastolo). Stessa trattamento per il boss pentito Carlo Lo Russo, mandante del raid armato per vendicare un affronto subito nelle ore precedente sotto l’abitazione di Miano, dove risiedeva all’epoca dei fatti.

Sulla sentenza si è espresso Antonio, papà di Genny Cesarano: “Deve rappresentare un esempio per la città, non dobbiamo dimenticare che dopo mio figlio ci sono state altre vittime innocenti l’ultima delle quali è stata una bimba (il riferimento è a Noemi, salvata dai medici dell’ospedale Santobono di Napoli, ndr)”.

Discorso diverso invece per i familiari degli imputati, che hanno atteso il verdetto dei giudici all’esterno dell’auto. Una volta apprese le condanne all’ergastolo hanno protestato con veemenza contro i giudici. Cutarelli, Perfetto e Buono facevano parte del gruppo di fuoco di Carlo Lo Russo che una volta uscito dal carcere, nell’estate del 2015, iniziò una guerra con i clan avversari per riappropriarsi del territorio e allargare le proprie zone di influenza. Il boss li considerava suoi “kamikaze” ed ha commissionato loro numerosi omicidi, salvo poi iniziare a collaborare con la giustizia pochi mesi dopo l’arresto. 

 
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