Home Napoli Cronaca Napoli Gazebo selvaggio nel cuore del Vomero, nei guai la storica pizzeria Acunzo

Gazebo selvaggio nel cuore del Vomero, nei guai la storica pizzeria Acunzo

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Napoli – Gazebo fuorilegge nel cuore del Vomero, scatta l’ennesimo blitz della polizia locale e nei guai finisce la storia pizzeria Acunzo di via Cimarosa. La struttura, risultata del tutto non a norma, è stata infatti sottoposta a sequestro.  

A entrare in azione sono stati ancora una volta gli agenti dell’unità operativa Vomero diretta dal capitano Gaetano Frattini, i quali hanno eseguito un mirato sopralluogo in via Cimarosa al fine di verificare la regolarità di un gazebo insistente in una delle strade acceso alla Galleria Vanvitelli. In particolare gli agenti, dopo il controllo eseguito nella pizzeria “Acunzo”, hanno sequestrato penalmente la struttura di forma rettangolare che occupava una superficie di circa 30 metri quadrati composta in alluminio anodizzato ancorata ai muri perimetrali del fabbricato e sorretta da pali fissati su una base di ferro pavimentata. La struttura era inoltre delimitata da fioriere in ferro fissate alla base. Il manufatto così creato era a tutti gli effetti una volumetria aggiuntiva a servizio del pubblico esercizio. La struttura veniva quindi sequestrata ai sensi dell’articolo 10 del Dpr 380/01  in quanto il titolare non aveva esibito permesso a costruire ed è stato per questo motivo denunciato all’autorità giudiziaria.

Una mirata operazione contro il fenomeno dei parcheggiatori abusivi è stata poi messa a segno nella zona degli ospedali Santobono e Cardarelli, oggetto di mete di cittadini che raggiungono detti presidi in emergenza o a trovare parenti in degenza. Pesante il bilancio del blitz: venivano infatti fermati, identificati e sanzionati quattro parcheggiatori abusivi a cui veniva notificato anche l’ordine di allontanamento dalla zona. Seguirà segnalazione al questore di Napoli per l’emissione del Dacur  di durata variabile fino a sei mesi nei confronti di chi non ha precedenti penali, e da sei mesi a due anni per coloro che negli ultimi cinque anni sono stati condannati con sentenza di appello o definitiva per reati contro la persona o il patrimonio. Mentre i 4 fermati  secondo l’ultima Legge (Decreto Salvini) poiché  già sanzionati per la stessa violazione con provvedimenti definitivi venivano deferiti all’autorità giudiziaria. 

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