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NAPOLI – Francesca Scarpato, 29 anni. Avvocato. Responsabile organizzazione Mezzogiorno di Azione, il partito di Calenda. Il suo ultimo post su Facebook rilancia un tema che sta dividendo l’opinione pubblica, non solo sui social.
Fischiare a una donna è un atto violento, sessista?
“Sicuramente sì. In Francia, dal 2018, il cosiddetto Cat Calling è un reato punibile con multe che vanno dai 90 ai 1.500 euro”.
In Italia, molti, comprese le donne, stanno ricordano come una stessa canzone di Fred Buscaglione (“Che bambola”, ndr) iniziasse con un fischio. Come dire: è nella nostra cultura, niente di male.
“Fred Buscaglione è uscito dalle hit parade da un bel pò”.
Nel post racconta che lei stessa ha avuto episodi spiacevoli.
“Sì. Ne ho ricevuti parecchi. E alcuni, purtoppo, non si sono limitati al Cat Calling. Non c’è stato solo quello che nel pullman si è strusciato sulla gamba. Ma ne sono stata vittima nè più nè meno di almeno l’80% delle donne”.
Un fischio di “apprezzamento”, quantomeno, mantiene il distanziamento giusto.
“Ma le posso assicurare che anche un solo fischio, come un solo sguardo, magari di sera, in un luogo isolato, può provocare un brivido di paura. Gli atti violenti sulle donne nascono da cose molto più piccole”.
Lei da sempre è in politica.
“Da quando avevo 16 anni. Ho passato una vita nel Pd”.
Ora che il tema femminile e delle pari opportunità è stato riportato al centro del dibattito dal segretario Enrico Letta è pentita di averlo lasciato?
“Pentita no. Addolorata ancora sì. Al Pd ho dato tanto della mia giovinezza. Lasciarlo è stato come porre fine al primo grande amore”.
Ora poteva essere il partito a restituirle qualcosa.
“Francamente sa un pò di retorica tutta questa storia delle capogruppo che Letta, ennesimo segretario uomo, ha voluto donne: rispondono comunque a alle logiche delle correnti. Puntualmente capeggiate da maschi”.
Da qualche parte si doveva pur iniziare.
“Ma voglio vedere pure da quale parte si finisce: quante candidate a sindaco ci saranno alle prossime elezioni nelle grandi città?”
A Napoli, finora, c’è Alessandra Clemente.
“E’ una donna in gamba e che stimo. Ma il suo percorso si lega a doppio filo a quello fallimentare di De Magistris. Per questo, non è il nostro nome: quello che finora corrisponde meglio al nostro identikit perfetto di candidato sindaco, data la sua competenza, è quello di Antonio Bassolino. Anche se nulla è deciso”.
Nessuna azionista in campo.
“Per ora, noi azionisti lavoriamo con i gruppi tematici al programma. Poi decideremo. Di sicuro, mai coi populisti come tenta di fare il Pd illudendosi di poter recuperare i 5 Stelle”.
Ha mai ricevuto “fischi”, in senso lato, nell’ambito politico?
“Ho voluto contare sempre solo sulle mie forze. Anche quando mi sono candidata alla segreteria regionale dei Giovani Democratici. Contro un maschio”.
E ha vinto.
“Ma gli atteggiamenti sessisti non ci sono solo nel Pd”.