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NAPOLI- Franco Silvestro, 50 anni tra meno di un mese, quarta generazione di una famiglia di industriali.
“Produciamo materassi, la Silver Prince costituisce un’eccellenza europea. A Marcianise, dove abbiamo il nostro stabilimento, arrivano anche i tedeschi ad imparare le nostre tecniche manufatturiere e ce ne danno atto. E’ un orgoglio”.
Ora, dopo Fulvio Martusciello, è il numero due di Forza Italia a Napoli.
“Il mio impegno politico è nato quando ho resistito alla possibilità di andare a lavorare fuori. Magari avrei guadagnato anche di più. Ma avrei tradito la mia terra”.
Meno nove alle elezioni comunali.
“Forza Italia non gioca certo in retroguardia o nascondendosi: i suoi leader – Berlusconi, Tajani, la Carfagna – sono tutti in campo accanto al partito locale”.
Che ne ha avute di vicissitudini…
“Certo. Come negarle? Ma che ha saputo anche voltare pagina. Forza Italia era destinata al 3%. Poi, dal cambio al vertice di tre mesi fa, lo scenario è cambiato. Con la guida di Martusciello, il partito è stato completamente rinnovato. C’è stato un nuovo inizio. Qui, ora, ci accomuna di nuovo lo spirito del 94”.
Capolista, Pasquale Perrone Filardi: l’anti-Manfredi.
“Il nostro Prof fa bene a gridare ‘Giù le mani dall’Università’. A proposito, il docente candidato in una lista a supporto dell’ex Rettore che voleva schedare ricercatori e titolari di cattedra, Bruno Amato, continua come se nulla fosse a fare campagna elettorale?”
All’attacco.
“Certo che giochiamo all’attacco. Il nostro obettivo è toccare un risultato percentuale a due cifre, essere la lista più votata della coalizione e trainare Maresca prima al ballottaggio e poi alla vittoria finale”.
L’ottimismo berlusconiano.
“Berlusconi, come ama ripetere, è un napoletano nato per caso a Milano. Ma il mio, il nostro ottimismo deriva da fatti concreti: i nostri meeting, le nostre iniziative sono sempre più affollate. E davvero tante facce nuove dell’imprenditoria, delle professioni ma un pò di tutte le classi sociali si stanno avvicinando di nuovo al nostro partito”.
Complice anche la bocciatura di 4 liste pro Maresca.
“E’ lui stesso a riconoscerlo: dopo la bocciatura delle liste, Maresca stesso ci riconosce la nostra affidabilità. E tanti candidati che si sono ritrovati fuori dalla competizione vedono in noi un approdo sicuro”.
Tanti sono anche andati via.
“Saremo il primo partito anche nonostante loro. Anzi, probabilmente, è più corretto dire grazie a loro: grazie al rinnovamento che si è innescato dopo il loro addio”.
E’ derby con “Azzurri per Napoli” (e pro Manfredi).
“Un derby che siamo pronti ad affrontare ma che è a rischio: come tutte le partite, si deve giocare rispettando le regole”.
Avete presentato ricorso al Tar per escludere la loro lista dalla competizione.
“Per noi, dopo quello che hanno combinato con la candidata “a sua insaputa”, è quantomeno da valutarne la legittimità. Il Tar si esprimerà nei prossimi giorni sotto l’aspetto legale. Certo è che, per la sua legittimità politica, credo che non basterebbe una vita intera per capirla”.
Antonio Polito: “Senza partiti, a Napoli, il civismo rischia di ridursi a comitive che si vedono la sera”.
“Ha ragione. Il civismo è importante. Ma non può prescindere dai partiti. Che si devono rinnovare e dimostrare aperti alla società, certo. Ma di cui non si può fare a meno se si vuole una democrazia moderna e funzionante”.
Per settimane, è stato un bel braccio di ferro tra l’anima civica e quella politica della coalizione di Maresca.
“Quante volte le liste civiche sono scomparse il giorno dopo le elezioni? Maresca deve sfruttare due motori. Che, naturalmente, girino nella stessa direzione, altrimenti rischierebbero di dare vita a due forze che si annullano anzichè sommarsi”.
Mara Carfagna: “Bisogna spezzare il filo rosso che sta strangolando Napoli da trent’anni”.
“Solo una nuova classe dirigente può garantire una vera discontinuità. I napoletani vogliono voltare pagina. I fondi del Pnrr, il post-pandemia impongono persone all’altezza, davvero capaci e con idee nuove. Non persone come quelle che da un anno tengono la galleria più importante della città chiusa al traffico”.
Mario Draghi: “Le nostre politiche per il Mezzogiorno intendono superare le disparità che condannano milioni di cittadini a servizi pubblici inadeguati e a godere di minori opportunità di crescita e affermazione professionale”.
“Draghi è una fortuna. Berlusconi ha avuto una intuizione delle sue a volerlo a Palazzo Chigi. Il premier dice le cose che noi ci auguriamo per Napoli. Dopo anni di crisi, vogliamo costruire le condizioni affinchè nella nostra città le imprese possano svilupparsi, ci siano reali possibilità di lavoro e il turismo finalmente diventi il settore trainante della nostra economia. Mai più un napoletano o una napoletana costretti ad emigrare per lavorare”.