Napoli – A Napoli, il Comicon, Salone internazionale del Fumetto, è da sempre uno degli eventi più attesi dagli appassionati di fumetti e non solo. Luogo di incontro, dialogo e condivisione, ogni anno attira un elevato numero di partecipanti.
L’emergenza sanitaria derivante dalla diffusione del Coronavirus si è trasformata in un’emergenza economica che non ha risparmiato nessun settore, generando proteste e richieste di aiuto rivolte allo Stato.
Anche il mondo dell’intrattenimento fumettistico si è unito e i più importanti festival dedicati alla nona arte hanno unito le forze “con l’obiettivo di far riconoscere il valore culturale dei fumetti e di tutto il mondo che vi gravita attorno e stabilire un dialogo duraturo e proficuo con le Istituzioni”.
“Quando si parla di fumetto si parla di cultura e si parla anche di editoria, industria, imprenditoria, artigianalità, creatività, professionalità, filiera”. Specificano i rappresentanti delle 23 manifestazioni di respiro nazionale e internazionale e, in quanto settore culturale, si richiedono misure urgenti, puntuali e dedicate, e un dialogo con le Istituzioni per affrontare l’impatto economico della pandemia nei diversi settori dell’economia e della cultura.
La filiera che risulta apparentemente invisibile, nella realtà contribuisce a sviluppare l’importanza italiana nel panorama delle industrie culturali creative internazionali, per questo motivo, il Comicon si è unito al Be Comics! di Padova, al Lucca Comics & Games, ad ARF! Festival di Roma, al B-Geek di Bari, al BilBOlBul di Bologna, al Cesena Comics & Stories, per un totale di 23 festival che hanno chiaramente esposto esigenze e bisogni.