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Facciamo un pò di conti: il fattore X che determinerà le elezioni a Napoli

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NAPOLI – C’è un solo fattore che, con un esercito di 13 liste dalla sua parte, mette in pericolo l’elezione di Gaetano Manfredi a sindaco di Napoli al primo turno: è il fattore voto disgiunto. Non a caso, ancor più di Catello Maresca che è sostenuto da 8 liste, il fattore che più auspica Antonio Bassolino che ha solamente 5 raggruppamenti dalla sua.

Questo, naturalmente, per far avverare il suo sogno di arrivare al ballottaggio con l’ex rettore della Federico II.

Sta di fatto che le statistiche parlano chiaro: a livello nazionale, di solito, il fattore-voto disgiunto (vale a dire votare un candidato sindaco e dei candidati consiglieri che non fanno parte della sua coalizione) si attesta attorno al 2-3%. Troppo poco per Bassolino per sognare in grande.

Ma c’è un elemento che fa ancora ben sperare l’ex governatore. Proprio a Napoli, infatti, si è segnato il record di voto disgiunto. Era il 2011, e premiò Luigi De Magistris

Colui il quale sarebbe diventato sindaco per i successivi dieci anni, si presentò alle elezioni sostenuto da 4 liste che, in totale, raccolsero al primo turno il 16,7% delle preferenze dei napoletani. Lui, però, schizzò al 27,52%: quasi 11 punti in più rispetto al suo esercito di candidati.

Il record gli consegnò le chiavi del ballottaggio, dove ebbe la meglio contro il candidato sindaco del centrodestra Gianni Lettieri 65,3% a 34,6%.

E quindi, un precedente c’è.

Sta di fatto che nelle ultime 6 elezioni comunali, dal 1993 in poi, per 2 volte la corsa per Palazzo San Giacomo non ha avuto bisogno di un secondo turno: nel 1997, quando Bassolino stravinse col 72,9% dei consensi contro Emiddio Novi. E nel 2006, quando Rosetta Iervolino ebbe il 57% contro Franco Malvano che si fermò al 37,8%.

Questi sono gli altri risultati della serie con l’attuale legge elettorale: nel 1993, il duello Bassolino-Alessandra Mussolini al primo turno finì 41,6% a 31%. Al ballottaggio 55,6% a 44,4%.

Del cappotto del 1997 già abbiamo detto.

Nel 2001, invece, è da ricordare la sfida più avvincente: quella tra il centrosinistra della Iervolino e il centrodestra di Antonio Martusciello. Al primo turno finì 48,8% a 45,7%. Al ballottaggio 52,9% a 47,1%.

Nel 2006, la Iervolino bissò senza avere bisogno del secondo turno contro Malvano.

Nel 2011, la volta del record del voto disgiunto pro De Magistris.

Nel 2016, l’ultima volta, andò, invece, così. Al primo turno, De Magistris, sostenuto da 12 liste, questa volta ebbe solo 4 punti in più rispetto alla sua coalizione (42,8 lui; 38,9 le liste). Al ballottaggio, ancora contro Lettieri, l’uomo in arancione ebbe la meglio con il 66,8% dei consensi contro il 33,1%.

Domani, di nuovo palla al centro.   

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