Napoli si sveglia sotto il segno della protesta. La prima giornata della Fase 2 si apre con manifestazioni in tutta la città. Dai fotografi dei matrimoni agli operatori dei mercatini rionali: è l’alba di un’emergenza che si fa economica e sociale. Una polveriera sociale che rischia di scoppiare se le istituzioni non sapranno mettere in campo azioni concrete ed immediate per il futuro di interi settori in ginocchio, dal turismo al commercio. Troppi i ritardi, a partire dalla cassa integrazione promessa dal Governo, richiesta e non ancora arrivata. Ancora tantissime le saracinesche che restano abbassate, a causa di un futuro incerto e di aiuti economici a singhiozzo, a fronte di bollette, fitti e tributi che continuano ad arrivare puntuali e senza sosta. Così come tanti sono tutti quelli che per lo Stato non esistono, dai lavoratori a nero dei bar e delle pizzerie ai badanti degli anziani. Manifestazioni stamattina da piazza Municipio, sotto Palazzo San Giacomo a Santa Lucia, dove ha sede la Regione Campania. Dai cassintegrati senza cassa integrazione ai fotografi senza macchine fotografiche. In protesta oggi anche i parrucchieri e gli operatori dei mercati rionali, ancora chiusi. I numeri delle perdite sono spaventosi, soprattutto se confrontati con i contributi economici che per alcune categorie sono pari a zero. In una città ed in un’intera regione già messe in ginocchio dalla disoccupazione, risollevarsi sarà ancora più difficile. Senza risorse e risposte delle istituzioni, quasi impossibile. Con il rischio che la città sull’orlo della disperazione esploda.
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