Napoli – E’ stata una delle rivelazioni della campagna elettorale in Campania: la lista Fare Democratico, insieme ai Popolari di Ciriaco De Mita, in coalizione a sostegno di Vincenzo De Luca, è riuscita a raccogliere la bellezza di 105mila voti, eleggendo due rappresentanti in consiglio regionale: Felice Di Maiolo con 5455 preferenze su Napoli e Corrado Matera con 12.147 preferenze su Salerno.
“Un risultato storico senza paragoni viste le tante difficoltà di queste elezioni e il simbolo giovane”, è il pensiero del Presidente di Cise e Asi, Giosy Romano, il vero leader della lista. “Un risultato straordinario in termini di numeri e di consenso che ci attribuisce la responsabilità di proiettare il progetto anche a livello nazionale, senza timore. Siamo solo all’inizio”, continua. Una dichiarazione di intenti forte per un progetto certamente destinato a crescere. Tra i vari protagonisti della campagna di Fd, ha fatto parlare molto di sé la giornalista Delia Paciello, alla sua prima esperienza politica, vittima di molestie durante una diretta social e bersaglio di articoli di pessimo gusto:
“ll Corriere del Mezzogiorno”, ha scritto la Paciello su Facebook, “mi dedica questo articolo in cui mi si etichetta come Barbie: lo stile Barbie nel titolo e graffiante look da Barbie nel testo. Lo stesso testo nel quale si racconta di un atto di violenza, una molestia live che io ho subito durante la campagna elettorale, oltre a ricordare un mio problema adolescenziale che è stato molto difficile da superare. Mi dispiace far notare ai colleghi de Il Corriere del Mezzogiorno che Barbie è una bambola”, aggiunge la Paciello, “tra l’altro non una bambola qualunque, ma utilizzata di consueto per descrivere una donna bionda dall’aspetto gradevole e con poco cervello. In questa campagna elettorale, sui social, in tivù, nelle interviste e nelle riunioni ho esposto le mie idee, i miei progetti, i miei programmi a migliaia di persone, come tutti gli altri candidati di altri partiti. Mi piacerebbe essere giudicata per quello che ho detto e fatto, e non per il mio aspetto estetico, per il colore dei miei capelli, per la mia altezza, per il mio peso o per le gonne che indosso o i tacchi sui quali barcollo come tutte, tutte, tutte le altre donne del mondo. Mi dispiace”, conclude amareggiata la Paciello, “che un articolo neanche tanto velatamente sessista non sia stato neanche firmato. Confesso di essere curiosa di sapere se l’autore sia un uomo o una donna. Siate certi che non mi farò scoraggiare da cattiverie anonime”.