NAPOLI – Nel lungo pomeriggio dello spoglio, Facebook, WhatsApp e Instagram sono andati in down: fuori uso in tutto il mondo per ben sette ore.
Molte meno ore sono bastate al centrodestra napoletano per capire che anch’esso era andato in tilt, che le elezioni comunali erano bell’e perse e che il sogno di espugnare Palazzo San Giacomo rimaneva tale. Tant’è che a un’ora dai primi exit poll, alle 4 del pomeriggio, già si respirava l’aria della disfatta nel quartier generale di Catello Maresca, in via Ponte di Tappia. E la resa è arrivata alle 18:30, se non un record poco ci manca.
Ma tant’è. Davanti ai microfoni, Maresca ha dichiarato che se avesse potuto tornare indietro solo un errore non avrebbe ripetuto: presentare le liste due minuti prima del gong. “La prossima volta, le presenteremo due giorni prima“.
Magari, evitando qualche lite (plateale) per le presidenze di Municipalità, meglio ancora. Ma, in ogni caso, le prime parole della conferenza stampa dell’ex pm della Dda sono state: “Siamo molto soddisfatti“.
Ma, a ben vedere: chi può esserlo realmente, soddisfatto? Solo una formazione del suo campo: la Forza Italia di Fulvio Martusciello.
Primo partito della coalizione, 3 consiglieri comunali eletti (Domenico Brescia, Salvatore Guangi e Iris Savastano), 21.691 voti, il 6,6% dei consensi, vittoria nel derby a distanza con Azzurri per Napoli, gli ex forzisti di Stani Lanzotti che hanno corso per il centrosinistra e che si sono fermati al 5,4%.
Insomma: se c’è qualcuno che è riuscito a dare segni di vita nel down generalizzato del centrodestra napoletano è Forza Italia. Tant’è che stamattina, su tutti i giornali, Antonio Tajani, numero due di Berlusconi, chiamato a commentare i risultati elettorali, si è aggrappato proprio al partito partenopeo: “A Napoli – ha dichiarato, ad esempio, al Corriere della Sera – siamo aumentati rispetto alle ultime regionali: siamo il primo partito del centrodestra“.
E in effetti: Fratelli d’Italia, che manda in assise un solo consigliere (Giorgio Longobardi), non è andata oltre il 4,4%.
E della Lega si sapeva che non aveva una lista con cui si misurava, ma che il suo gruppo dirigente avrebbe concentrato i suoi voti su Rosaria Borrelli, unica eletta in Essere Napoli con 1773 voti.
Da un certo punto di vista una beffa: dopo settimane di braccio di ferro tra la parte civica e quella dei partiti della coalizione di Maresca, la lista non partitica che ha avuto più successo (Essere Napoli, col 2,8%) manda in aula una consigliera che qualcuno già giura sul Carroccio di Salvini.
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