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NAPOLI – Amedeo Laboccetta: classe 1948, voce storica della destra napoletana, consigliere comunale, parlamentare; ora presidente di “Polo Sud” e proprietario di una tomba nel cimitero “più colorato” dei Caraibi.
“E’ vero, l’ho scritto nella mia biografia ‘La vita è un incontro’“.
Nella sua vita doveva accadere che incrontasse anche Catello Maresca.
“Nella mia vita è accaduto di tutto di più”.
L’ex pm della Dda l’ha delusa.
“Con lui ho completato il quadro”.
E che sarà?!
“Ma no, era una battuta! Io già sono proiettato al post-Maresca”.
Il rischio è di raccogliere di nuovo i cocci del centrodestra napoletano.
“La politica senza cultura non va da nessuna parte”.
E lei che contributo sta dando?
“Per ottobre sto organizzando un evento per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante”.
Il Sommo Poeta dove avrebbe collocato Maresca?
“Dante nella sua Commedia si occupa solo di grandi personaggi. Con tutto il rispetto per Maresca”.
Mancano 22 giorni alle urne ed è già senza speranza.
“Le elezioni sono solo un momento della politica”.
In ordine sparso: unire l’anima civica e quella dei partiti della sua coalizione, coinvolgere Salvini, la Meloni e Tajani, presentare in anticipo la giunta per dare sostanza a un taglio netto col passato: lei qualche consiglio pure gliel’ha dato al candidato sindaco del centrodestra.
“Ero molto ben predisposto nei suoi confronti”.
Qualcosa, però, non è andato nel verso giusto: nemmeno la presentazione delle liste.
“Maresca è vero che incontra un sacco di persone. Ma ascolta poco. E in politica questo è un grave errore”.
Molti dicono che si fida delle persone sbagliate.
“Certo. Chi lo consiglia?”
Fa più post sul Napoli che su Napoli.
“Dovrebbe sapere che la politica è una cosa seria”.
Oggi c’è Napoli-Juventus.
“Napoli già ha subìto 10 anni di istrionismo e demagogia di un pm. Possono bastare”.
Mi sta dicendo che non voterà Catello Maresca?
“Sto dicendo che non mi occupo di preferenze. Ma di politica”.
Il punto politico allora è questo: dal 1993, il centrodestra napoletano non è in grado di presentare una valida alternativa al centrosinistra.
“E’ vero, le ha sbagliate tutte. Tranne nel 1997 quando candidò a sindaco Emiddio Novi”.
Quando si sapeva che Bassolino avrebbe stravinto.
“Paradossalmente sì: sapevamo di perdere, ma è stata quella l’unica parentesi positiva del centrodestra”.
Ma come è possibile in tanti anni non far venire fuori una classe dirigente alternativa?
“E’ possibile se non si coltiva prima di tutto una visione della città. Se non si coinvolgono le forze migliori che hanno davvero passione, intelligenza e voglia di futuro per quella che resta una Capitale: Napoli”.
Antonio Polito, in un passo del suo “In fondo a destra”: “Non solo la maturazione del nostro sistema politico, ma perfino la capacità di dinamismo e di crescita della nostra economia dipendono anche dall’esistenza di una Destra di governo liberale, moderna, europeista”.
“E’ vero che ancora oggi Napoli è destinata ad essere la vetrina di un sistema democratico zoppo”.
Con Maresca nulla di quanto sottolineato dal vicedirettore del Corriere già nel 2013.
“Non sono il suo avvocato difensore. Ma devo ricordarle l’ultima battuta fuori luogo, l’ultima caduta di stile che ha avuto commentando la vicenda giudiziaria di Luigi Cesaro?”
Si è vantato del fatto di averlo scaricato per primo.
“Ma Forza Italia non è più un partito garantista? Non sta più nella sua coalizione? Non ha nulla da dire?”
Se è per questo, Maresca ha fatto anche intendere di aver votato Vincenzo De Luca anzichè Stefano Caldoro alle regionali di un anno fa.
“Anche questo, che dire? Magari mi sbaglio, ma non credo che farà molta strada”.
Su Facebook ha messo la foto con la maglia di Bruscolotti e la scritta “Gli juventini non possono capire l’emozione di essere azzurri nel cuore”: è in pieno clima partita.
“Cerca i titoli dei giornali, il bar dello sport: non di risolvere i problemi di Napoli. Va appresso ai calciatori. Non appresso alla politica. E alimenta la mediocrità dei nostri giorni”.
I suoi giorni, invece?
“Io, ai miei tempi, andavo appresso ai giganti della politica di destra e di sinistra che si sedevano accanto a me nella sala dei Baroni”.
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