Home Napoli Dimissioni Auricchio, Cgil all’attacco: “Via anche i complici”

Dimissioni Auricchio, Cgil all’attacco: “Via anche i complici”

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Non solo la testa del direttore generale e capo di gabinetto del Comune di Napoli. Il giorno dopo le dimissioni di Attilio Auricchio e la rottura del rapporto decennale con il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, la Cgil chiede con una nota, inviata al primo cittadino, a tutti gli assessori, ai consiglieri comunali e al personale dipendente del Comune, di tagliare via anche i suoi uomini. “Ci vorranno anni – mettono nero su bianco i segretari Cgil Salvatore Tinto e Alfredo Garzi – per riportare alla normalità una situazione torbida, disintossicare il contesto e ristabilire la democrazia all’interno del Comune di Napoli, sarebbe utile iniziare da subito, ma non nutriamo illusioni, troppi sono stati i complici di una stagione nera e altri che hanno irresponsabilmente avallato il ‘sistema’ dovrebbero essere allontanati”.

Parole dure in cui la segreteria regionale e metropolitana Fp-Cgil va all’attacco di Auricchio, per nove anni a Palazzo San Giacomo. “Speriamo che questo cambiamento – scrivono ancora – comporti la fine di un sistema di potere che ha portato ad un avvelenamento del clima democratico all’interno del Comune”. Il sindacato denuncia “anni di annientamento delle relazioni sindacali”, “accordi decentrati chiusi nelle segrete stanze” con “delegazioni dove non c’era più nulla da trattare perché tutto era già stato deciso”.

Con le rsu ridotte “a registratore di cassa delle risorse destinate al personale sempre più misere”, con decurtazioni di diritti e salario al personale “sbandierati come grandi conquiste con sceneggiate e comunicati bluff”. Denunce che la Cgil ricorda di aver portato anche al tavolo della Prefettura di Napoli. “Auspichiamo – concludono – che il cambiamento sia vero e nel contempo continueremo l’azione di denuncia e di contrasto verso chi con agire ‘padronale e proprietario’ ha fatto il bello e il cattivo tempo, creando danni al personale dipendente ed inquinando le relazioni sindacali”.

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