Home Napoli Da Insurgencia a Maradona, l’addio della De Majo: l’assessora più discussa di...

Da Insurgencia a Maradona, l’addio della De Majo: l’assessora più discussa di sempre

Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – Si è dimessa l’assessore simbolo dell’ultima fase della sindacatura di Luigi De Magistris a Napoli, sicuramente la più discussa. Eleonora De Majo ha detto addio a Palazzo San Giacomo con un lungo post che ha pubblicato sul suo profilo Facebook con il quale prende le distanze dalla linea politica della giunta arancione e attacca l’altro volto simbolo dell’esecutivo cittadino: Alessandra Clemente.

Da Insurgencia al consiglio comunale con la elezione tra le file della lista Dema 5 anni fa, fino all’assessorato alla cultura al posto di Nino Daniele a novembre 2019, la vita politica della De Majo è sempre stata al centro dell’occhio del ciclone.

Dalle polemiche con la comunità ebraica di Napoli fino all’inchiesta sulla statua da dedicare a Maradona con le relative pressioni di alcuni ultra azzurri per la quale appena l’altro giorno è stata chiamata a deporre in tibunale, la sua è stata sempre una vita politica spericolata.

E proprio a queste ultime vicende la De Majo fa riferimento al suo passo d’addio quando lamenta che non ha ricevuto alcuna solidarietà da parte del sindaco e dei suoi colleghi di giunta.

L’attacco più duro, però, lo sferra contro Alessandra Clemente, già in campo come candidata sindaco: “Non ho mai fatto mistero dell’enorme scetticismo per una candidatura calata dall’alto e senza confronto con la città. Nessun pregiudizio. Piuttosto la convinzione che quella candidatura non sarebbe riuscita ad interpretare ne’ a farsi portavoce delle battaglie, delle rivendicazioni e delle scelte più radicali, innovative e progressiste che hanno caratterizzato le fasi migliori di questo decennio”.

Nessun fulmine a ciel sereno, quindi. De Majo spiega che già da tempo su Palazzo San Giacomo si addensavano nubi nerissime: denuncia il fatto che la Clemente non si sia mai preoccupata di aprire un dibattito e che, quindi,
“da sei mesi la candidata lavora esclusivamente per se stessa” e “l’amministrazione appare in larga parte, anche a chi non vive il “palazzo”, sempre più distante dalla città reale, dai suoi problemi, dalle sue contraddizioni, e sempre più concentrata nella costruzione di partite interne che hanno il consenso elettorale come unico obiettivo”. Fin troppo facile rintracciare l’altro nome nel mirino: lo stesso sindaco De Magistris, ormai da settimane in campagna elettorale in Calabria.
 
 
Exit mobile version