NAPOLI – Diario della campagna elettorale di Napoli, il martedì che segna il meno 19 alle urne ma che sembra già un day after.
In effetti, la bocciatura dei ricorsi con la conseguente conferma della cancellazione di 4 liste elettorali della coalizione di Maresca già fa avvertire che la partita delle amministrative napoletane sia definitivamente indirizzata a favore del centrosinistra di Gaetano Manfredi.
Non bisogna essere nè “schiattamuorti” nè “organismi geneticamente modificati” nè “demanfredis” nè muoversi “tra Nola e Sant’Antimo”, alludendo al comune natio di Manfredi e a quello della famiglia Cesaro, per dirlo.
Anzi: al di là delle battute al vetriolo che Maresca questa mattina ha speso contro il leader del centrosinistra al teatro Troisi dove aveva convocato una conferenza stampa per dire la sua sulla esclusione delle sue liste, ciò che si raccoglie in giro sono pezzi di una coalizione mai veramente nata tra le formazioni civiche e i partiti del centrodestra.
Certo: Maresca stamattina non ha ripetuto che quella del Tar è stata una “scandalosa decisione politica”. Nè che ha sentenziato “la morte della democrazia”. Verso la magistratura amministrativa ha annacquato molto i toni.
Ha preferito tenerli esasperarli solamente contro Manfredi. Tant’è che, nel pomeriggio, prima Graziella Pagano (Italia Viva), poi Marco Sarracino (Pd) lo hanno invitato a rientrare in un dibattito dai toni civili. Questo, poco prima che prendesse parte al secondo confronto pubblico con Bassolino e la Clemente (e senza Manfredi) organizzato dall’Unione Industriali.
Ma tant’è: il gran favorito alla corsa per Palazzo San Giacomo è stato impegnato in un altro giro elettorale.
Prima coi ragazzi che gli hanno consegnato un Manifesto per le politiche giovanili, “Torna guagliò”. Poi presenziando al battesimo della lista ispirata dagli uomini del governatore De Luca: ‘Napoli Libera’.
In via Brin, presso Eccellenze Campane, è stato il vicegovernatore Fulvio Bonavitacola, quindi, a fargli le analisi del sangue misurando il tasso di “deluchismo”, per dirla alla Bersani edizione 2013: quando, nei panni di candidato premier, si riferiva al tasso di “montismo” che gli veniva costantemente tenuto d’occhio.
“I rapporti tra me e De Luca – ha spiegato Manfredi – sono da sempre buoni. Ma, al di là del rapporto personale, lo dico per la 500esima volta a chi mi chiede della mia autonomia d’azione rispetto al Governatore: abbiamo lo stesso senso delle istituzioni ed entrambi vogliamo fare la nostra parte in piena collaborazione per il bene di Napoli. Ecco – ha fatto il candidato sindaco rivolto ai giornalisti – spero che non me lo chiediate più”. Al che, Bonavitacola: “Fino a domani, stai coperto”.
E a proposito di “indipendenza” da De Luca, ancora Bonavitacola: “Ma che, parliamo delle guerre di indipendenza, del Risorgimento?! Noi dobbiamo collaborare. Dobbiamo vedere assieme dove fa giorno senza fare la classifica di chi comanda di più”.
Bonavitacola ha preferito glissare solamente su un argomento: Maresca.
Il tentativo di domanda era: “Che effetto le fa il candidato sindaco del centrodestra che fa intendere di aver votato De Luca?” Appena ha sentito la parola “Maresca”, ha chiesto un’altra domanda.
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