Home Napoli Attualità Napoli Scandalo Di Maio, ecco i verbali di testimonianza del papà del vicepremier

Scandalo Di Maio, ecco i verbali di testimonianza del papà del vicepremier

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Napoli – «È vero, Domenico Sposito lavorava per la mia ditta dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 18. Abbiamo seguito un cantiere in via Manzoni a Napoli che è durato all’8 luglio al 7 agosto del 2009. Si occupava anche di andare a recuperare il materiale dal deposito e al cantiere non arrivava prima delle 9, mentre lasciava il deposito alle 16,30». Poi prima un tentativo di conciliazione con 5mila euro, poi il secondo con 7mila e infine la sentenza che è stata però di assoluzione, anche se pende un ricorso in appello al tribunale di Napoli. 

È questa parte della dichiarazione di Antonio Di Maio, padre del ministro del Lavoro, Luigi, e al centro della bufera dopo i servizi della trasmissione ‘Le Iene’ che hanno raccontato di tre operai ‘al nero’ nella ditta che si occupa di lavori edilizi. Il ricorso è di Domenico Smimmo, per tre anni impiegato di Antonio Di Maio e parte nel 2003 per poi finire in primo grado nel 2016 quando Di Maio figlio era già socio dell’Arima costruzioni. 

La sentenza del giudice onorario della sezione Lavoro del tribunale di Nola è stata depositata l’8 gennaio del 2016 e spiega i motivi per il quale il ricorso non è stato accolto, nonostante la testimonianza di altri due operai: Salvatore Pizzo e Giovanni La Marca. Il primo, come si legge nelle loro dichiarazioni, manovale senza alcun contratto, il primo a essere intervistato da ‘Le Iene’, il secondo Giovanni La Marca, che come Smimmo, era sì contrattualizzato, ma part time, mentre lavorava full time. «Smimmo riceveva un acconto a prodotto delle giornate effettivamente lavorate di 75 euro – continua Di Maio padre – poi quando il consulente ci portava la busta paga aveva il saldo. Gli veniva pagato tutto l’importo della busta paga più una somma in contati pari alle giornate lavorate per 37 euro al giorno». 

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