NAPOLI – Ieri è uscito allo scoperto il manager del mondo ferroviario Riccardo Monti: “Sono in campo, per Napoli è arrivata l’ora di dare un contributo”, ha detto strizzando l’occhio all’area riformista e moderata del centrosinistra (ma non solo).
Nei giorni scorsi, ha cominciato ad essere uno dei nomi più gettonati nelle stanze del centrodestra quello di mister Caffè Borbone, Massimo Renda. “Altro che Maresca, potrebbe essere lui il nome giusto su cui puntare”.
Giuliano Annigliato, attivo nel campo della comunicazione, e Luigi Cipolletta, imprenditore nel ramo del’abbigliamento, sono già all’opera per una lista che dovrebbe puntare, invece, proprio sull’ex pm della Dda.
Il mondo imprenditoriale napoletano sta scaldando i motori in vista delle prossime elezioni comunali.
Non vuole restare a guardare. Anche se i precedenti di Gianni Lettieri, presidente di Atitech, non sono di certo incoraggianti nelle vesti di candidato sindaco del centrodestra.
Fatto sta che, rimanendo in questo campo, già prima di Natale, fu lo stesso Berlusconi a fare di nuovo il nome dell’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato per la conquista di Palazzo San Giacomo. Mentre Salvini fece intendere di voler puntare su Guido Grimaldi, della Grimaldi Lines. E altri due nomi che si fecero circolare furono quello di Danilo Iervolino, dell’università telematica Pegaso, e di Gianluigi Cimmino, dei marchi Yamamay e Carpisa.
Ora, potrebbe essere della partita anche Guglielmo Amatucci, che ha interessi che spaziano dal mondo del marketing a quello della medicina.
Quello dell’imprenditoria napoletana è un mondo in fermento, a cui non fa paura la sfida di prendere in mano un ente pubblico gravato da un maxi debito da 5 miliardi di euro. Dall’altra parte della bilancia, del resto, pende il piatto del Recovery Fund. “E chi meglio di un manager, chi meglio di un imprenditore – è il ragionamento – in un punto nevralgico del meccanismo della spesa dei fondi europei?”
Riccardo Monti, il primo della lista che è uscito allo scoperto, intanto, incassa, se non i primi endorsement, le prime approvazioni.
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